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alla 1° pagina..) è stato valutato tramite un questionario e confermato durante un'intervista condotta da un infermiere qualificato. Le misure di esito primario includevano lo stato del glaucoma, la IOP corneale compensata e due parametri di spessore retinico interno derivati dall'OCT (strato di fibre del nervo retinico maculare [mRNFL] e spessori di strato plessiforme interno delle cellule gangliari maculari [mGCIPL]).
Allo studio hanno partecipato 427.480 adulti, di cui 33.175 assumevano calcioantagonisti. Dopo aggiustamento per fattori chiave sociodemografici, medici, antropometrici e per lo stile di vita, l'uso di calcioantagonisti, ma non di altri agenti antipertensivi, è stato associato a maggiori probabilità di glaucoma, a spessori mGCIPL e mRNFL più sottili, ma non a una riduzione di IOP. «La mancanza di associazione tra l'uso dei calcioantagonisti e la pressione intraoculare suggerisce che potrebbe essere coinvolto un meccanismo di neurodegenerazione glaucomatosa indipendente dalla pressione intraoculare. Sebbene non sia stata stabilita una relazione causale, si può prendere in considerazione la sostituzione o la sospensione dei calcioantagonisti nel caso in cui il glaucoma dovesse progredire nonostante una terapia ottimale», concludono gli autori.
Fonte: JAMA Ophthalmology 2023. Doi: 10.1001/jamaophthalmol.2023.3877
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21/09/2023 Andrea Sperelli
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