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alla 1° pagina..) significativi nella cura di questa forma tumorale. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono nello stesso modo, rendendo necessario identificare diverse opzioni terapeutiche da applicare in combinazione con quelle già previste dalla pratica clinica.
I risultati dello studio, che ha analizzato i campioni di 53 pazienti affetti da tumore polmonare, hanno dimostrato che l’attività delle cellule Natural killer contro il tumore può essere ripristinata e potenziata grazie agli inibitori delle proteine Bet, una classe di farmaci epigenetici (immunoterapia).
Il trattamento con BETi riduce infatti l’espressione di una gamma di recettori inibitori delle NK, compresi i checkpoint immunitari, noti per sopprimere la risposta immunitaria contro le cellule tumorali. Ciò implica che i BETi potrebbero aiutare a superare i meccanismi di evasione immunitaria impiegati dal Nsclc.
“Nel complesso - scrivono gli autori -, i BETi orchestrano una riorientazione epigenetica che porta a un aumento del riconoscimento delle cellule tumorali e della capacità delle NK di ucciderle. I nostri risultati rivelano l’opportunità di sfruttare e riadattare questi farmaci in combinazione con l’immunoterapia”.
I risultati infatti, secondo i ricercatori, sono particolarmente promettenti perché i farmaci applicati nello studio in modelli preclinici potrebbero entrare a far parte in futuro di terapie di combinazione volte a stimolare il sistema immunitario dei pazienti, oppure essere utilizzati per aumentare l’efficacia di terapie basate sulle cellule Natural Killer.
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04/04/2024 Andrea Sperelli
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