(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) generale, mentre quelli secondari erano i cambiamenti nella memoria e nella funzione esecutiva.
Hanno fatto parte dello studio 30.465 adulti, di cui 1.033 avevano subito uno o più infarti miocardici. Nel complesso, l’infarto miocardico non è risultato associato a una riduzione di cognizione globale, funzione esecutiva o memoria. Tuttavia, i soggetti che hanno subito un infarto hanno mostrato un calo più rapido della cognizione generale, della memoria e della funzione esecutiva negli anni successivi all’infarto.
«Questi risultati suggeriscono che la prevenzione dell'infarto può essere importante per la salute del cervello a lungo termine», concludono gli autori.
Eric Smith della University of Calgary e Lisa Silbert della Oregon Health & Science University commentano in un editoriale di accompagnamento: «I medici devono essere consapevoli che i pazienti con una storia di infarto possono essere a rischio di declino cognitivo. A tali pazienti dovrebbero essere poste periodicamente domande sui sintomi cognitivi. L'invio a uno specialista cognitivo o neuropsicologo può essere giustificato in casi selezionati».

Fonte: Jama Neurology 2023. Doi: 10.1001/jamaneurol.2023.1331
Jama Neurology
Notizie specifiche su: infarto, miocardio, cognitivo, 07/06/2023 Andrea Sperelli


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