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«Sappiamo già che la Candida albicans e altri funghi che causano delle infezioni a carico della polpa dentaria, la parte più interna del dente, e che arrivano a colpire l’osso che contiene il dente provocando ascessi e necrosi del nervo, sono particolarmente resistenti alle terapie antimicrobiche e di pulizia – spiega Nicola Maria Grande, docente di endodonzia dell’università Cattolica di Roma e presidente eletto dell’Accademia italiana di endodonzia –. Se non si riesce a fare una detersione approfondita del dente devitalizzato non si può neanche applicare il sigillante che serve a impedire la penetrazione batterica e diventa necessario estrarre chirurgicamente i tessuti infetti o tutto il dente e sostituirlo con una protesi. Il risultato dello studio americano – continua Grande – potrebbe aiutarci a dare una spiegazione ai fallimenti dei trattamenti che mettiamo in atto e a cui spesso non sappiamo dare un motivo. Inoltre, apre scenari futuri sulla ricerca di farmaci mirati a contrastare l’interazione tra diverse specie microbiche e magari prevenire le carie».
Quali sono i fattori di rischio per le infezioni a carico del cavo orale? «Dipende dalla condizione del cavo orale e dalle nostre abitudini – chiarisce Grande – . Il fumo, per esempio, altera il ph della saliva rendendolo più acido e favorendo in questo ambiente la proliferazione batterica. L’autodetersione che avviene masticando i cibi ricchi di fibre ci aiuta a tenere puliti i denti; mentre gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri sono un nutriente ideale per i batteri e contribuiscono a farli crescere. La possibilità di contrarre delle infezioni orali dipende anche dalle difese immunitarie della persona, se è immunodepressa è sicuramente più a rischio, e alla sua predisposizione genetica».
Lavarsi i denti è un atto fondamentale, ma quante volte va fatto? «Tre volte usando correttamente lo spazzolino seguendo un movimento verticale, dalla gengiva verso il dente. Non bisogna pulirsi i denti ogni volta che addentiamo un cibo. Un eccesso di lavaggi rovina lo smalto e deteriora il dente. A tempo zero i batteri che si attaccano al dente sono innocui e impiegano circa otto ore a organizzare la placca che aggredisce i tessuti. Entro quel tempo pertanto va rimossa la placca con spazzolino, dentifricio e se possibile filo interdentale».
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13/10/2022 Andrea Sperelli
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