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alla 1° pagina..) e nell’uso delle lozioni antisolari”.
Ma in cosa consiste il diktat della FDA? Al bando PABA e salicilato di Trolamina, due delle molecole che filtrano la radiazione, contenute nelle creme solari, poiché non sicure e soprattutto non efficaci. Via libera invece a sostanze ‘tradizionali’ come ossido di zinco e biossido di titanio. Necessari ulteriori approfondimenti per verificare l’assenza di tossicità delle restanti dodici molecole, solo temporaneamente autorizzate negli USA.
La FDA inoltre avverte che possono essere definite antisolari solo alcuni tipi di sostanze come gel, creme, lozioni, spray, oli, pomate, unguenti, paste e stick. Questa denominazione, invece, non può invece essere utilizzata per saponi, salviettine, shampoo e formulazioni di altro genere. Fondamentale, poi, la chiarezza delle etichette che riportano tutte le informazioni del prodotto, per una comprensione immediata del consumatore. Sulle confezioni, infatti, devono essere indicati i filtri solari contenuti nelle creme, l’SPF, ossia la protezione da UVB, la protezione da UVA e l’indice di resistenza all’acqua. Inoltre deve essere chiaramente specificato che i solari non proteggono dal tumore della pelle se non correttamente usati e associati ad adeguate misure di comportamento al sole.
In vendita inoltre non possono circolare sotto l’etichetta di antisolari quei prodotti associati a repellenti per gli insetti. La FDA infine pone a 60 il valore massimo di SPF che si può indicare sulla confezione dei solari e chiarisce che tutti i prodotti che hanno SPF devono offrire anche una protezione valida da UVA, che deve aumentare al crescere dell’SPF.
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05/03/2019 Andrea Sperelli
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