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alla 1° pagina..) reticolo endoplasmatico. Questi cambiamenti sono dovuti in particolare al recettore mitofagico BNIP3, particolarmente espresso nei diversi modelli sperimentali analizzati e incluso in dati clinici di pazienti affetti da cancro ovarico resistente ai trattamenti platinanti.
Alla luce di questa scoperta, i ricercatori hanno messo a punto un approccio
farmacologico basato sull’utilizzo di due nuovi inibitori della proteina VSP34 che
bloccano la formazione di autofagosomi, in combinazione con il cisplatino. Tale trattamento combinatorio si è dimostrato efficace nel sensibilizzare le cellule resistenti al chemioterapico, ponendo così le basi per lo sviluppo di una nuova strategia terapeutica atta a contrastare la resistenza al cisplatino nel carcinoma ovarico e nell’osteosarcoma.
“Grazie alla scoperta di questa correlazione tra mitofagia (e in particolare BNIP3), e
resistenza al cisplatino – conclude la Prof.ssa Montopoli – il nostro lavoro potrà fornire un possibile biomarcatore per individuare la resistenza al chemioterapico e dare avvio allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per contrastare la resistenza al cisplatino”.
02/05/2022 Andrea Sperelli
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