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alla 1° pagina..) paziente. Il rischio è che molti pazienti possano interrompere il trattamento troppo presto e non ottenere un beneficio completo, o continuarlo più a lungo del necessario, con più recidive o effetti collaterali.
Gli esperti volevano capire se fosse possibile personalizzare la durata del trattamento I+V per i pazienti sulla base di prelievi regolari di sangue o midollo osseo, e se in questo modo la terapia fosse altrettanto efficace o migliore rispetto al trattamento standard (FCR).
Sono stati analizzati allo scopo 260 pazienti gestiti con I+V e 263 col trattamento standard. Al termine del periodo di osservazione, 87 pazienti erano andati incontro a progressione della malattia, 75 nel gruppo FCR e 12 in quello I+V, e 34 di questi erano deceduti durante lo studio, 25 nel gruppo FCR e solo nove in I+V.
Grazie al monitoraggio regolare del sangue e del midollo osseo, i ricercatori hanno potuto osservare un quadro più aggiornato della risposta al trattamento, consentendo loro di adattarla a ogni paziente. È emerso che basare la durata del trattamento su prelievi di sangue era altrettanto efficace rispetto a utilizzare prelievi del midollo osseo.
La speranza è che questo approccio personalizzato possa essere adottato come standard di cura per i pazienti che hanno bisogno di un trattamento di prima linea per la leucemia linfatica cronica.
Fonte: NEJM 2023. Doi: 10.1056/NEJMoa2310063
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28/12/2023 Andrea Sperelli
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