Quando incontriamo un virus, c'è una prima linea di difesa che “sente” un potenziale pericolo e si attiva immediatamente per distruggerlo: è la cosiddetta immunità innata, una risposta non specifica ma molto rapida, che consente di stimolare in un secondo momento killer più specifici come anticorpi e linfociti. In questi due anni di pandemia da Covid-19 è stata molto studiata dai ricercatori di tutto il mondo per capire come si comporta di fronte al nuovo coronavirus e se si possa in qualche modo sfruttare in chiave terapeutica.
All'Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (SR-Tiget) di Milano, Anna Kajaste-Rudnitski studia da molti anni i meccanismi di base dell'immunità innata. In particolare, si occupa di una rara sindrome, quella di Aicardi-Goutières, in cui a causa di un difetto genetico questa risposta è sempre accesa, anche in assenza di infezioni. Questo si traduce in ...
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