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alla 1° pagina..) progettato per fornire informazioni su come i bambini elaborano ciò che vedono, sentono e odorano. I piccoli ottengono punteggi che li collocano nei gruppi “tipici”, “alti” o “bassi” in base alla frequenza con cui mostrano vari comportamenti legati ai sensi.
Stando ai risultati, l’esposizione agli schermi a 12 mesi era associata a una probabilità maggiore del 105% di mostrare comportamenti sensoriali “alti”, legati poi a una bassa registrazione a 33 mesi. A 18 mesi, ogni ora aggiuntiva di tempo trascorso davanti allo schermo era associata a un aumento del 23% delle probabilità di mostrare comportamenti sensoriali “alti” legati successivamente all'evitamento delle sensazioni e alla bassa registrazione. A 24 mesi, ogni ora aggiuntiva di tempo trascorso davanti alla Tv era associata a un aumento del 20% delle probabilità di ricerca di sensazioni “alte”, sensibilità sensoriale ed evitamento di sensazioni a 33 mesi.
"Questa associazione potrebbe avere importanti implicazioni per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) e l'autismo, poiché l'elaborazione sensoriale atipica è molto più diffusa in queste popolazioni", evidenzia l'autrice principale Karen Heffler, professore associato di Psichiatria al Drexel's College of Medicine.
"Considerando questo legame fra il tempo trascorso davanti allo schermo e un elenco crescente di problemi comportamentali e di sviluppo, potrebbe essere utile per i bambini che mostrano questi sintomi sottoporsi a un periodo di riduzione del tempo trascorso davanti allo schermo, insieme a pratiche di elaborazione sensoriale fornite da terapisti occupazionali".
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09/01/2024 Andrea Sperelli
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