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alla 1° pagina..) associazioni neutre o un rischio elevato associato a un maggiore consumo di latte sono frequenti tra popolazioni in prevalenza caucasiche», scrivono i ricercatori.
«La nostra ipotesi è che un maggiore consumo di latte si associ a rischio ridotto di T2D solo tra gli individui LNP e non negli LP attraverso la modulazione della composizione del microbiota intestinale e la produzione di metaboliti che influenzano in modo positivo la salute metabolica dell’ospite», riprende Qi.
I ricercatori hanno utilizzato i dati dell’Hispanic Community Health Study/Study of Latinos (HCHS/SOL), un trial a lungo termine sulla salute e sulle malattie di oltre 16.000 adulti ispanici e latini provenienti da quattro comunità statunitensi.
I dati sembrano confermare l’ipotesi di lavoro: un consumo maggiore di latte è correlato a minori probabilità di sviluppare diabete di tipo 2 nei soggetti intolleranti al lattosio, ma non nei soggetti con fenotipo LP. Nei soggetti con fenotipo LNP gli effetti benefici dell’assunzione di latte potrebbero essere associati a modifiche favorevoli del microbiota intestinale con arricchimento di specie Bifidobacterium e riduzione di specie Prevotella, oltre che alla riduzione dei metaboliti degli aminoacidi a catena ramificata e altri metaboliti. «Questo studio dimostra un’associazione protettiva tra consumo di latte e rischio di T2D negli individui LNP e un potenziale coinvolgimento del microbiota intestinale e dei metaboliti del sangue in questa correlazione inversa», conclude Qi.
Fonte: Nature Metabolism 2024. Doi: 10.1038/s42255-023-00961-1
Nature Metabolism
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09/05/2024 Arturo Bandini
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