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alla 1° pagina..) 60 anni, per cui (a causa del declino dell’immunità correlato all’età e dell’eventuale compresenza di altre malattie) il virus respiratorio sinciziale rappresenta la seconda causa di ricovero per polmonite. Ma subito dopo si cercherà di mettere a punto anche preparati per i bambini più piccoli e per le donne in gravidanza, così da poter proteggere i neonati e i lattanti prima che possano essere vaccinati a loro volta. Tappe che potrebbero essere raggiunte tra il 2023 e il 2024.
Leggermente più indietro nell’iter sperimentale è Janssen. Sullo stesso numero del New England Journal of Medicine sono stati pubblicati i dati relativi alla sperimentazione di fase 2. Questo secondo candidato vaccino contro l’RSV ha dimostrato un’efficacia compresa tra l’80 e il 69,8 per cento.
Pure Moderna è al lavoro per sviluppare un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale. Sulla base dell’annuncio diffuso dalla company statunitense, l’efficacia è pressoché sovrapponibile a quella dei due farmaci in fase di sperimentazione già citati. Al momento, però, i dati non sono stati ancora pubblicati su una rivista scientifica. Cosa che potrebbe accadere comunque nelle prossime settimane, dal momento che l’azienda ha già fatto sapere di essere pronta a richiedere l’autorizzazione all’immissione in commercio alla Food and Drug Administration entro la metà del 2023.
Non soltanto vaccini, però. Per contenere le conseguenze dei contagi da virus respiratorio sinciziale è in arrivo anche un anticorpo monoclonale (Nirsevimab), già approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco per una somministrazione ai prematuri e a tutti i bambini alla vigilia del primo autunno della loro vita. In questo modo, grazie anche a una protezione della durata di almeno cinque mesi, vi è la possibilità di proteggere i più piccoli.
Da qui la proposta avanzata dalle società scientifiche che fanno parte del board del Calendario per la Vita (Società Italiana d’Igiene, Società Italiana di Pediatria, Federazione Italiana Medici Pediatri, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, Società Italiana di Neonatologia) al ministero della Salute: inserire questo strumento di prevenzione nel calendario di immunizzazione nazionale.
Secondo gli esperti, per proteggere i neonati occorrerebbe somministrare questo anticorpo in ambito ospedaliero (prima della dimissione dal reparto di maternità) per tutti i bambini nati che nascono tra ottobre e marzo. Per tutti gli altri, invece, la profilassi dovrebbe essere a carico del pediatra o dei servizi territoriali.
06/03/2023 Andrea Sperelli
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