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alla 1° pagina..) di raccogliere la “voce” proveniente dal cervello.
In fase di sperimentazione, il sintetizzatore ha pronunciato 101 frasi. I volontari che ascoltavano i periodi lunghi 50 parole hanno compreso il significato nel 47% dei casi, una buona base di partenza per mettere a punto uno strumento davvero utile ai pazienti.
Il campionario dei segnali elettrici è stato fornito da 5 pazienti affetti da epilessia. I soggetti non avevano problemi di comunicazione, ma spesso gli epilettici subiscono l’impianto di elettrodi nel cervello allo scopo di individuare l’origine degli attacchi, soprattutto nei casi più gravi. Gli elettrodi hanno fornito utili indicazioni anche ai ricercatori californiani, che hanno chiesto ai pazienti di leggere a voce alta centinaia di frasi, registrando gli impulsi elettrici generati ogni volta dalle aree del movimento dell’apparato fonatorio.
L’esito è stato poi sottoposto a un software di intelligenza artificiale, che ha trovato le corrispondenze fra segnali cerebrali e suoni generati.
Il metodo funziona bene con alcuni suoni e meno con altri, ma può essere perfezionato e assicura almeno una minima capacità di comunicazione a persone prima del tutto escluse da questa abilità primaria.
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30/04/2019 Andrea Sperelli
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