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alla 1° pagina..) malattia gottosa superiore, in media, a 12 anni. Quasi un quarto dei pazienti reclutati presentava tofi, mentre i livelli medi dell’uricemia al basale erano prossimi a 9 mg/dl. Tutti i pazienti inclusi nel trial erano stati sottoposti anche a trattamento con colchicina per prevenire le recidive di gotta.
Il parametro di efficacia previsto era una riduzione dei livelli di uricemia a 5 mg/dl a 12 settimane dall’inizio del trattamento.
È emerso un effetto dose-dipendente con tigulixostat: il 47.1% dei pazienti che assumevano tigulixostat 50 mg, il 44,7% di quelli del gruppo tigulixostat 100 mg e il 62.2% di quelli del gruppo tigulixostat 200 mg hanno raggiunto il target di uricemia (sUA) <5 mg/dL a 12 settimane rispetto al gruppo placebo g (2,9%; P-value <0,001).
La variazione percentuale media dei livelli di sUA rispetto al basale è risultata significativamente maggiore nei pazienti trattati con tigulixostat ai diversi dosaggi (da 38,8% a -61,8%) rispetto al gruppo placebo in tutti i timepoint considerati (P-value <0,0001).
Degna di nota è stata l’osservazione che la riduzione dell’iperuricemia è risultata indipendente dai tassi stimati di filtrazione glomerulare (eGFR al di sopra o al di sotto di 90 mL/min/1.73 m2).
Il tasso di recidive di gotta necessitanti del ricorso a trattamento di soccorso era compreso tra il 9,4% e il 13,2% nei pazienti trattati con tigulixostat o con placebo.
Gli eventi avversi a seguito del trattamento sono apparsi simili in tutti i gruppi: in particolare, 3 pazienti su 37 del gruppo 200 mg hanno visto innalzarsi i livelli di creatin chinasi, mentre altri 3 hanno mostrato un innalzamento delle transaminasi epatiche.
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26/01/2023 Andrea Sperelli
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