(2° pagina) (Torna
alla 1° pagina..) del braccio più debole è reso complicato dal fatto che la misurazione andrebbe fatta in maniera nascosta affinché il paziente si comporti in modo naturale.
I ricercatori hanno cercato di bypassare il limite mettendo a punto un braccio robotico che tracciasse le informazioni spaziali in 3D con tecniche di apprendimento automatico per elaborare i dati. Il metodo genera schemi di non utilizzo del braccio che potrebbero aiutare i medici a valutare con maggiore accuratezza i progressi riabilitativi di un paziente. Allo studio hanno preso parte 14 persone che prima dell’ictus avevano il lato destro dominante e che hanno posizionato le mani sul dispositivo, dotato di sensori tattili.
«Un robot socialmente interattivo (SAR) ha fornito istruzioni e incoraggiamento durante tutta la procedura», chiarisce Dennler. I SAR sono sistemi robotici emergenti in grado di fornire assistenza all’utente. Ne fanno parte i robot riabilitativi, quelli di ausilio alla mobilità, i robot da compagnia e i bracci manipolatori per disabili fisici.
Nella prima fase dell’esperimento ai volontari è stato chiesto di utilizzare la mano che veniva loro naturale, mentre nella seconda fase è stato chiesto loro di utilizzare soltanto il braccio colpito dall’ictus.
«Questo tipo di tecnologia potrebbe fornire al terapista della riabilitazione informazioni obiettive sull'uso del braccio nei postumi di ictus, che servirebbero a personalizzare gli interventi per affrontare le aree di debolezza del paziente e sviluppare le aree di forza», conclude Dennler.
Fonte: Science Robotics 2023. Doi: 10.1126/scirobotics.adf7723
Science Robotics
Notizie specifiche su:
ictus,
robot,
braccio,
21/12/2023 Andrea Sperelli
Puoi
fare una domanda agli specialisti del forum
e iscriverti alla newsletter,
riceverai le notizie più importanti. |