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alla 1° pagina..) hanno tracciato un identikit preciso delle proteine presenti nei campioni.
I dati indicano che la composizione proteica dei tre fluidi è diversa fra chi soffre di parodontite o gengivite e chi mostra invece gengive sane. Lo studio, ancora in fase preliminare, potrebbe però portare allo sviluppo di un test diagnostico rapido e precoce per l’individuazione dei soggetti a rischio parodontite.
"Attualmente - spiega, intervistato dall'ANSA, Cristiano Tomasi dell'Università di Göteborg e socio della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIDP) - abbiamo già degli strumenti che ci consentono di capire se un paziente presenta i primi segni di parodontite, ma un test della saliva o del sangue ci aiuterebbe a identificare le persone a rischio ancora prima che si sviluppino i segni effettivi della malattia, quindi potrebbe favorire l'adozione tempestiva di misure preventive ad hoc. Ovviamente questi test vanno validati su numeri molto grandi di pazienti, ma puntano verso una medicina preventiva - ribadisce Tomasi - che a lungo termine può ridurre la necessità di cure costose, e quindi di grande interesse per la comunità. Già ora, comunque, è importante ribadire l'importanza di fare controlli dentistici regolari, almeno una volta l'anno, per intercettare eventuali segni precoci di malattia e intervenire quando il problema è all'inizio, senza aspettare che diventi molto più difficile da trattare", conclude Tomasi.
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22/05/2019 Andrea Sperelli
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