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alla 1° pagina..) delle donne con leiomiomi e sarcomi uterini variava rispettivamente da 21 a 87 anni e da 18 a 88 anni. Di tutte le partecipanti, indipendentemente dal tipo di tumore, il 73,5% delle donne con leiomiomi e il 39,7% delle donne con sarcomi erano in premenopausa. Per quanto riguarda i sintomi, il 53,3% delle donne con leiomiomi e il 63,2% di quelle con sarcomi avevano sanguinamenti uterini anomali, mentre il 32,8% e il 33,3%, rispettivamente, lamentava dolore pelvico o addominale», si legge nell’articolo.
I risultati appaiono confortanti: la risonanza magnetica mostra una sensibilità del 90% e una specificità del 96%, mentre il rapporto di verosimiglianza positivo, ossia il rapporto tra la probabilità di avere un vero positivo (sensibilità) e la probabilità di avere un falso positivo (1-specificità), è superiore a 10, il che depone per un ruolo diagnostico conclusivo della RM. Lo stesso vale per il rapporto di verosimiglianza negativo, risultato inferiore a 0,1, valore che, anche in questo caso, considera conclusivo il reperto della RM.
«La risonanza magnetica sembra avere un'accuratezza molto elevata nel differenziare sarcomi e leiomiomi uterini, con una buona sensibilità e una specificità ancora migliore, supportandone l'uso come affidabile strumento diagnostico dopo l'ecografia», concludono gli autori.
Fonte: International Journal of Gynecology & Obstetrics 2023. Doi: 10.1002/ijgo.15136
International Journal of Gynecology & Obstetrics
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17/11/2023 Andrea Sperelli
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