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Il farmaco fa parte della classe nota come coniugati farmaco-anticorpo (ADC) e agisce grazie all’aggancio di un anticorpo a un medicinale simile ai chemioterapici.
L’anticorpo si lega alle cellule tumorali portando con sé il principio attivo, che finisce per agire solo sulle cellule tumorali, tralasciando quelle sane.
Il farmaco è stato sperimentato su 608 pazienti adulti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico trattati in precedenza con chemioterapia a base di platino e un farmaco immunoterapico, l'inibitore PD-1/L1.
I dati dimostrano che il rischio di decesso era inferiore del 30% con il nuovo farmaco rispetto alla chemio, con una sopravvivenza media di circa 13 mesi per il nuovo farmaco.
La sopravvivenza media libera da progressione è stata di 5,6 mesi per il nuovo farmaco e di 3,7 mesi per la chemioterapia. Il tasso di risposta globale è stato del 40,6% con enfortumab vedotin rispetto al 17,9% nel braccio della chemioterapia tradizionale.
Il farmaco non ha mostrato effetti indesiderati particolari, e comunque in linea con quelli causati dalla chemioterapia.
Fonte: NEJM
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16/07/2021 Andrea Sperelli
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