(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) quelli meno qualificati: operai, cassieri, magazzinieri.

Secondo i medici americani, tuttavia, la chiave di volta per capire l’effetto protettivo non sarebbe il carattere intellettuale di questi mestieri, ma il fatto che tali attività aumentino la tendenza alla relazione con gli altri e l’impegno nei loro confronti. Ciò, oltre ad essere stressante, ha tuttavia l’effetto di rendere il cervello più resiliente nei confronti dell’Alzheimer.

Un altro studio pubblicato su Neurobiology of Aging dai ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele e dell’IRCCS Ospedale San Raffaele ha dimostrato per la prima volta nei pazienti con la malattia di Alzheimer che il sistema colinergico, importante per la memoria e per tutti i processi cognitivi, viene potenziato nei soggetti con alti livelli di scolarità e occupazione, contrastando la neurodegenerazione.
Ogni individuo possiede una riserva cognitiva che viene costruita e potenziata durante tutta la vita con le attività mentali quotidiane. Questa “riserva” ha una base neurobiologica, che si esprime mediante l’arricchimento delle connessioni sinaptiche, del numero di neuroni e dell’attività cerebrale. Nella malattia di Alzheimer si evidenzia clinicamente, anche nelle fasi più precoci, una diminuzione delle capacità cognitive, causata dalla distruzione delle connessioni cerebrali e dalla morte dei neuroni indotta dalla malattia.
In questo lavoro, il gruppo di ricerca del San Raffaele, coordinato dalla professoressa Daniela Perani, docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, ha mostrato che nei soggetti con malattia di Alzheimer, sia in fase iniziale sia in fase conclamata, la biochimica del cervello è influenzata dalla riserva cognitiva e funzionale.
Mediante l’utilizzo della PET, tomografia a emissione di positroni, i ricercatori hanno potuto valutare diversi soggetti con malattia di Alzheimer, anche in fase iniziale, evidenziando come solo in quelli con alta scolarità fosse presente un aumento dell’attività colinergica, fondamentale sistema biochimico della memoria: ciò favorirebbe le funzioni cognitive, esercitando un effetto protettivo rispetto al processo di degenerazione neuronale. Grazie alla PET, che consente di effettuare le misure molecolari delle attività dei sistemi di neurotrasmissione, è stato possibile definire il funzionamento della biochimica cerebrale di ciascuno degli individui esaminati. I dati emersi sono stati correlati poi con gli anni di scolarità e i livelli occupazionali.
Afferma Daniela Perani, Università Vita-Salute San Raffaele: “i risultati di questa ricerca contengono importanti messaggi: in individui con la malattia di Alzheimer, con le tecniche PET molecolari, si evidenziano le modulazioni dei sistemi di neurotrasmissione indotte da esperienze di vita. È possibile che la maggior riserva biochimica, cioè il miglior funzionamento del sistema colinergico, grazie alla riserva cognitiva e funzionale costruita durante la vita, possa rallentare gli effetti della neurodegenerazione e possa essere collegata a una miglior risposta alle terapie farmacologiche di stimolazione colinergica, attualmente gli unici farmaci utilizzati in clinica per contrastare i deficit cognitivi nella malattia di Alzheimer”.
Conclude la professoressa Perani: “oggi dobbiamo essere consapevoli di un’arma per contrastare la neurodegenerazione neuronale, cioè l’accesso a buoni livelli di scolarità ed educazione culturale e la possibilità conseguente di ottenere un lavoro impegnativo e stimolante. Questo significa un costante e complesso esercizio per il nostro cervello, sotto forma di stimolazione cognitiva, che ci consente di costruire durante la vita una difesa delle nostre capacità mentali, non solo contro i processi di invecchiamento, ma anche contro la possibilità di sviluppare malattie del cervello”.
Lo studio è stato possibile grazie ai finanziamenti europei del progetto DIMI.
Leggi altre informazioni
Notizie specifiche su: Alzheimer, lavoro, colinergico, 22/09/2016 Andrea Sperelli


Puoi fare una domanda agli specialisti del forum e iscriverti alla newsletter, riceverai le notizie più importanti.

Notizie correlate

Un gene mutato causa l’Alzheimer

  • Un gene mutato causa l’Alzheimer Scoperta da ricercatori italiani l’influenza di un nuovo gene
    (Leggi)


Un esame del sangue per scovare l’Alzheimer

  • Un esame del sangue per scovare l’Alzheimer Due molecole indicano la presenza della malattia
    (Leggi)


Nuovo approccio anti-Alzheimer

  • Nuovo approccio anti-Alzheimer Combattere le proteine tossiche fermando il meccanismo della malattia
    (Leggi)


Alzheimer, quando le cellule spazzine diventano cattive

  • Alzheimer, quando le cellule spazzine diventano cattive Le cellule microgliari possono peggiorare la neurodegenerazione
    (Leggi)


Il citomegalovirus potrebbe causare l’Alzheimer

  • Il citomegalovirus potrebbe causare l’Alzheimer Il virus può raggiungere il cervello attraverso il nervo vago
    (Leggi)


Alzheimer, rischio minore per tassisti e autisti

  • Alzheimer, rischio minore per tassisti e autisti I lavori con una frequente elaborazione spaziale sembrano protettivi
    (Leggi)


Lecanemab per l'Alzheimer

I vaccini riducono il rischio di Alzheimer

  • I vaccini riducono il rischio di Alzheimer Probabilità più o meno alte a seconda del vaccino
    (Leggi)


Le due fasi dell’Alzheimer

  • Le due fasi dell’Alzheimer Alla prima fase lenta segue una seconda fase distruttiva
    (Leggi)


Alzheimer, la pressione alta ne aumenta il rischio

  • Alzheimer, la pressione alta ne aumenta il rischio Trattamenti antipertensivi per ridurre il rischio efficaci anche in età avanzata
    (Leggi)


Alzheimer, nuovo farmaco contro la proteina Tau

  • Alzheimer, nuovo farmaco contro la proteina Tau Inibitore peptidico colpisce la proteina in due punti
    (Leggi)


Alzheimer, ecco perché si perde la memoria

  • Alzheimer, ecco perché si perde la memoria Una proteina nota per proteggere il DNA è coinvolta nel controllo della memoria
    (Leggi)


L’Intelligenza Artificiale prevede l’Alzheimer

  • L’Intelligenza Artificiale prevede l’Alzheimer Progetto mira a individuare i segni precoci della demenza
    (Leggi)


La demenza è prevenibile

  • La demenza è prevenibile Controllare 14 fattori di rischio per ridurre della metà i casi
    (Leggi)


Uno spray per eliminare la proteina tau

  • Uno spray per eliminare la proteina tau Colpire gli aggregati per frenare l’Alzheimer
    (Leggi)


L’infiammazione cronica favorisce l’Alzheimer

  • L’infiammazione cronica favorisce l’Alzheimer Calo delle funzioni cognitive e disturbi della memoria più frequenti
    (Leggi)


Nuovo farmaco per l’Alzheimer

Dal modo di parlare la diagnosi dell’Alzheimer

  • Dal modo di parlare la diagnosi dell’Alzheimer Grazie a un nuovo programma di intelligenza artificiale
    (Leggi)


L'uomo che ha resistito all'Alzheimer

  • L'uomo che ha resistito all'Alzheimer Il suo Dna ha rallentato lo sviluppo della malattia
    (Leggi)