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(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) in grado di riconoscere gli oggetti.
Il dispositivo permette quindi di interpretare la realtà in maniera tale da rendersi autosufficienti e riacquistare un certo grado di autonomia. L'azienda produttrice fu fondata da un neuroscienziato, il prof. Bach-y-Rita, il quale capì per primo le potenzialità sensoriali della lingua, che potevano essere stimolate attraverso deboli segnali elettrici emanati da una serie di elettrodi.
BrainPort è per il momento soltanto un prototipo che viene utilizzato, oltre che da Lundberg, anche dai militari americani subacquei per poter avere un controllo migliore della situazione una volta sott’acqua.
Il principio di funzionamento è in realtà abbastanza semplice; l'occhio agisce soltanto da strumento per inviare le informazioni ricevute al cervello, che le elabora e le trasforma in immagini. Di conseguenza, l'idea è quella di utilizzare un altro organo sensoriale per comunicare con il cervello, nel momento in cui gli occhi non possono più dare il loro contributo. Il paziente indossa quindi una microtelecamera per recepire le informazioni e 600 minuscoli elettrodi sulla lingua che servono da trasmettitori. In tal modo, il soggetto può identificare figure, caratteri e caratteristiche ambientali: strade, marciapiedi, veicoli, strisce pedonali.
Il sistema BrainPort fa le veci degli occhi e restituisce al paziente se non la realtà nella sua complessità, almeno un'immagine superficiale della stessa, sufficiente a vivere in maniera autonoma. L'amministratore delegato della Khymeca, l'azienda italiana che distribuisce i prodotti della Wicab nel nostro paese, Roberto Furlan, commenta: “il concetto di sostituzione sensoriale non è del tutto nuovo: i ciechi utilizzano il tatto per sopperire alla mancanza della vista in moltissime circostanze. Ciò che mancava era un dispositivo che svolgesse questo compito in modo più efficace e senza limitazioni”.

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Notizie specifiche su: occhio, vista, lingua, 24/06/2015 Andrea Piccoli