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alla 1° pagina..) nei pazienti siano presenti delle firme molecolari regolate in tutte le forme di Sclerosi Multipla dagli stessi 3 fattori trascrizionali. In altre parole, esistono nelle cellule del sangue dei pazienti SM dei codici a barre regolati da interruttori condivisi tra le varie forme di malattia.
Il passaggio successivo è stato provare in vivo, su modelli murini, alcune molecole, composti inibitori, specifiche per ciascun regolatore che si sono rivelate in grado di interferire con l’espressione o la funzione dei 3 fattori di trascrizione, abbassando la risposta immunitaria e migliorando la neuroinfiammazione.
“Con l’obiettivo di trovare un comune denominatore alle differenti forme di SM, abbiamo indagato i 3 fattori trascrizionali presenti nelle cellule del sistema immunitario di persone con e senza SM e abbiamo visto che la loro espressione è aumentata nelle cellule immunitarie dei pazienti con SM rispetto alle cellule dei soggetti sani ed è potenziata dai fattori di rischio ambientali della SM, come il fumo di sigaretta e bassi livelli di vitamina D”, spiega Cinthia Farina.
I ricercatori hanno poi lavorato su un modello animale di sclerosi multipla e hanno somministrato dei composti inibitori volti a spegnere l’espressione o a bloccare la funzione dei 3 interruttori (HNF4α, SP1 e c-myc): “Questi composti erano già stati descritti nella letteratura, ma non ancora testati in un modello preclinico di sclerosi multipla in fase cronica – afferma Emanuela Colombo, prima autrice dello studio –. Abbiamo visto che sono efficaci nell’abbassare la reazione autoimmune e far regredire i sintomi della malattia nel modello murino”.
L’importanza di questo studio è determinata dal fatto che i ricercatori hanno identificato per la prima volta bersagli terapeutici comuni alle diverse forme di sclerosi multipla. “L’aver testato in vivo nel modello animale e in vitro nelle cellule umane i composti inibitori specifici per i 3 interruttori ci ha permesso di osservare, per la prima volta, l’effetto positivo sulla malattia neurologica e sul sistema immunitario”, afferma la dott.ssa Cinthia Farina che conclude: “abbiamo così identificato utili bersagli terapeutici, in base al quale, un domani, si potranno disegnare farmaci che possano agire su tutte le forme di SM, incluse le forme progressive”.
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30/05/2023 Andrea Sperelli
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