Il trattamento dell’infarto miocardico acuto non conosce differenze d’età. Effettuata per la prima volta 46 anni fa, l’angioplastica ha cambiato il decorso di quella che comunque ancora oggi rappresenta la prima causa di morte tra le malattie cardiovascolari.
Nei pazienti più giovani che, se salvati, si candidano a una prospettiva di vita di lungo termine. Ma anche in quelli più anziani, a cui finora la comunità scientifica aveva dedicato meno attenzione.
Il trattamento di tutte le ostruzioni - e non soltanto di quella responsabile dell’evento acuto, che in un paziente infartuato determina l’ingresso nella sala di emodinamica - è l’opzione più efficace anche nei pazienti over 75.
Una novità che consolida i benefici legati alla “riapertura” delle coronarie attraverso uno stent e alla successiva terapia farmacologica.
La notizia giunge da uno studio pubblicato sul New England ...
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