(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) A questo proposito l’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) raccomanda l’esecuzione di almeno 10.000 passi al giorno
2) Esercizio fisico. Accanto a uno stile di vita attivo è importante affiancare un programma di attività fisica per promuovere un buon stato di salute cardiocircolatorio, con effetti positivi sulla respirazione. Questo è ancora più importante nelle patologie cardiorespiratorie croniche, dove la dispnea porta a una serie di limitazioni delle attività, a partire da quelle più pesanti (come fare le scale) per arrivare nei casi più avanzati alle attività di vita quotidiana (lavarsi, vestirsi, ecc.). Per questo è importante affidarsi a professionisti sanitari con competenze specifiche che, tra le altre cose, possono suggerire strategie per migliorare l’autonomia e gestire adeguatamente i sintomi, senza mettere a rischio la salute.
3) Utilizzo di naso e bocca durante la respirazione: durante l’esercizio fisico il nostro modo di respirare si modifica: se a riposo siamo naturalmente portati a respirare dal naso, quando la richiesta ventilatoria aumenta, inizialmente cerchiamo di fare respiri più profondi e poi cominciamo a respirare più velocemente (aumenta cioè la frequenza respiratoria) ed è assolutamente normale cominciare a respirare dalla bocca, proprio perché permette di far passare una maggiore quantità di aria velocemente. Nel caso di molte patologie cardiorespiratorie, il respiro si modifica adattandosi alle condizioni fisiopatologiche dell’apparato respiratorio. Per esempio, alcuni respirano appoggiandosi con le braccia o assumono posture che riducono la fatica respiratoria; altri “soffiano” quando devono espirare. Sono tutte strategie spontanee o apprese per ridurre i sintomi e respirare al “meglio” delle proprie possibilità. Nella maggior parte dei casi, il “nuovo” modo di respirare è funzionale al mantenimento di un equilibrio tra la necessità di respirare e quella di fare meno fatica possibile per farlo. Tentare di modificare questo adattamento funzionale, imponendo un modo di respirare “normale” è quasi sempre una fatica inutile e, in alcuni casi, può portare a un peggioramento dei sintomi o addirittura delle condizioni di salute. Il fisioterapista cardiorespiratorio, sulla base dei dati clinici e della stretta collaborazione con i medici specialisti, ha gli strumenti per valutare ed eventualmente suggerire strategie di compenso o di supporto in grado di migliorare i sintomi, proporre attività di ricondizionamento o allenamento ove fossero necessari.
4) La postura: gioca un ruolo più importante di quanto si potrebbe pensare nel consentire la fisiologica respirazione. Per questo, il fisioterapista cardiorespiratorio ha il compito di effettuare un’attenta valutazione, e individuare strategie compensatorie, posture e modalità di allenamento che aiutino la persona a effettuare delle attività compatibili con la sua condizione, che sia una persona sana o affetta invece da patologie cardiorespiratorie.
Notizie specifiche su: respirazione, dispnea, bocca, 02/05/2023 Andrea Sperelli


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