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I soggetti che hanno partecipato al progetto sono stati 48.968, con un'età media di 36 anni. L'82 per cento di loro era di genere maschile. «I risultati ottenuti dimostrano non solo la fattibilità di coinvolgere a scopo di studio un gran numero di persone usando lo smartphone, ma anche la possibilità di raccogliere su larga scala e in tempo reale dati da dispositivi mobili che possono essere conservati, trasferiti e condivisi in modo sicuro anche con i partecipanti», spiega Ashley.
C'è di fatto una scarsa correlazione fra l'attività fisica percepita e quella registrata, e allo stesso modo fra il rischio cardiovascolare percepito e quello stimato.
«Il nostro studio dimostra che la valutazione su larga scala dell'attività fisica e del riposo notturno effettuata nella vita reale con l'aiuto dei dispositivi mobili può essere un'utile aggiunta alle future ricerche sulla salute della popolazione», concludono i ricercatori.
Fonte: Jama Cardiology
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12/01/2017 Andrea Sperelli
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