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Nel corso dello studio, il team di McLellan ha effettuato colture cutanee batteriche su 76 pazienti che stavano per iniziare la radioterapia.
In quasi la metà dei casi, i pazienti con dermatite grave da radiazioni erano positivi allo Stafilococco aureo. Molti pazienti risultavano positivi anche nelle vie aeree superiori, il che suggerisce che anche i batteri nasali potrebbero infettare la pelle.
In un secondo studio, sempre su Jama Oncology, i ricercatori hanno assegnato casualmente a 77 pazienti sottoposti a radioterapia la cura standard oppure il detergente per il corpo clorexidina insieme alla pomata nasale di mupirocina, due volte al giorno per cinque giorni a settimane alterne.
Gli antibatterici non hanno potuto prevenire completamente la dermatite, ma ne hanno scongiurato la forma grave. La dermatite grave ha invece colpito il 23% dei partecipanti che avevano usato solo la cura standard a base di idratanti.
Secondo la dott.ssa McLellan, il nuovo trattamento andrebbe somministrato a tutti i pazienti sottoposti a radioterapia senza bisogno di testare la presenza di Stafilococco aureo.
Fonte: Jama Oncology
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19/05/2023 Andrea Sperelli
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