(2° pagina) (Torna
alla 1° pagina..) o depotenziare il cancro. Partendo da questo presupposto, Halassy ha di fatto sperimentato una viroterapia oncolitica su sé stessa utilizzando due diversi virus, quello del morbillo e quello della stomatite vescicolare. I virus sono stati iniettati direttamente nel tumore e gli oncologi hanno osservato la situazione nel caso in cui si fosse reso necessario intervenire.
Il tumore, tuttavia, si è progressivamente ridotto finché non è diventato possibile asportarlo. La cura è proseguita con l’assunzione per un anno di un anticorpo monoclonale, e ora sono quattro anni che la paziente risulta libera dal cancro.
Al momento la viroterapia oncologica è un settore in fase di sperimentazione nell’ambito dei trattamenti anticancro, ma c’è già un esempio di terapia approvata. Si chiama T-VEC ed è un trattamento sviluppato per la cura del melanoma metastatico.
Nel caso del tumore al seno, invece, non esistevano precedenti, tanto che molti colleghi hanno rifiutato di aiutare Halassy nel suo tentativo. Il timore principale, oltre che per la sua salute, riguardava un possibile stimolo all’emulazione, evenienza tutt’altro che probabile secondo la scienziata, dal momento che per portare avanti la terapia è necessaria un’ampia conoscenza scientifica e la disponibilità di attrezzature mediche specifiche.
Notizie specifiche su:
virus,
cancro,
viroterapia,
12/11/2024 Andrea Sperelli
Puoi
fare una domanda agli specialisti del forum
e iscriverti alla newsletter,
riceverai le notizie più importanti. |