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alla 1° pagina..) che stimola l'assorbimento del calcio e la mineralizzazione dell'apparato scheletrico. Inoltre, mette in moto un meccanismo antinfiammatorio che funge da sistema di difesa per malattie come l'asma, la dermatite atopica, il diabete e altre malattie cardiovascolari.
Per ciò che riguarda il quantitativo da introdurre nell'organismo, prova a far chiarezza Andrea Ghiselli, ricercatore presso il Cra, Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, intervistato dal Corriere della Sera: «ne servono 15 mcg al giorno e questo vale in tutti i periodi e le età della vita, tranne dopo i 75 anni quando si sale a 20 mcg. Questa vitamina è in larghissima parte prodotta dalla pelle grazie all’esposizione alla luce solare e solo in una parte minore viene ricavata dagli alimenti. Ma anche in paesi soleggiati come il nostro questa vitamina non abbonda nell’organismo».
Le cause sono essenzialmente quattro: l'inquinamento che ostacola il passaggio dei raggi solari che servono a produrre la vitamina D, il sovrappeso, l'abitudine di coprirsi troppo e quella di stare poco tempo all'aria aperta.
Diventa quindi fondamentale l'apporto di vitamina D che viene dalla dieta: «tuttavia gli italiani con la dieta coprono in media solo un quinto del fabbisogno giornaliero: 2,6 mcg gli uomini e 2,3 mcg le donne. Poiché è liposolubile, la si trova nei grassi, quindi in pesci “grassi” come salmone, aringhe, pesce azzurro, nella carne specie conservata in cui il grasso si “concentra”, oppure nei formaggi e anche nelle uova. Ma il principale “fornitore” è l’olio di fegato di merluzzo. Basterebbero poco più di mezzo cucchiaio di olio di fegato di merluzzo o 50 grammi di halibut fresco, o 100 grammi di sgombro fresco o di salmone affumicato o ancora 220 grammi di tonno sott’olio, ma ben tre etti di tuorlo d’uovo o sei etti di prosciutto. Comunque se le carenze sono serie si può ricorrere agli integratori».
La vitamina D è fondamentale per i neonati e va ricordato che il latte materno ne contiene solo una piccola parte. Per questo è necessaria sempre una supplementazione nei primi mesi di vita.
Per scongiurare la carie nei più piccoli, oltre a garantire il giusto apporto di vitamina D, andrebbe evitato l'utilizzo di succhiotti coperti di miele o di zucchero e l'abitudine di dare latte durante la notte. Infatti di notte la produzione di saliva scende e quindi la sua azione antibatterica viene meno, lasciando i dentini del bimbo maggiormente esposti.
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19/05/2014 Andrea Sperelli
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