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alla 1° pagina..) fisiopatologia respiratoria e Centro antifumo dell’Istituto dei tumori di Milano, commenta intervistato dal Corriere della Sera: “non stupisce che il fumo passivo possa aumentare il rischio di carie nei bambini visto che sappiamo benissimo che questo problema è frequente nei fumatori. Il fumo passivo fa male a tutti, ma ci sono alcune categorie particolarmente sensibili (che comprendono bambini, donne incinte, asmatici, ma, a mio parere, anche cardiopatici, malati di tumore ecc) che vanno tutelate con il buon senso e l’educazione. E dove questi non arrivano, con la legge, come accaduto di recente in Italia con il divieto di fumo in macchina in presenza di bambini e donne incinte o quello di fumare nei parchi giochi e nei cortili delle scuole. È ormai dimostrato che il fumo passivo può procurare diversi danni a un organismo in crescita. A farne le spese non è solo l’apparato respiratorio, ma anche il sistema immunitario”.
Anche fumare sul balcone potrebbe non essere sufficiente per via del fenomeno definito “residual tobacco smoke”, vale a dire la capacità del fumo di impregnare l'aria anche dopo lo spegnimento della sigaretta. Per essere sicuri di non inquinare l'ambiente familiare, quindi, bisognerebbe attendere almeno 3 minuti affinché il fumo finisca di disperdersi.
Un altro studio dell'Università di Sherbrooke, in Canada, pubblicato su Addictive Behaviors, rivela il rischio di dipendenza da nicotina nei bambini esposti fin da piccoli al fumo passivo.
I ricercatori hanno preso in esame 1800 bambini dai 10 ai 12 anni e hanno fatto loro compilare un questionario sulle abitudini familiari. Successivamente sono stati analizzati i sintomi da dipendenza da nicotina e il risultato sorprendente è stato che ben il 5 per cento dei bambini si è mostrato già dipendente anche senza aver mai fumato una sigaretta.
“Secondo il senso comune una persona che non fuma non è dipendente dalla nicotina”, spiega Mathieu Belanger, leader del team di ricercatori. “Invece chi è esposto al fumo passivo, anche se in tenerissima età, sviluppa una dipendenza anche se non ha alcuna colpa né scelta”.
''I danni derivanti dal fumo passivo – afferma il dott. Francesco Tancredi - sono incalcolabili. È doveroso garantire ai bambini di vivere costantemente in ambienti dove nessuno fumi''.
Il vizio del fumo, inoltre, si porta dietro un disvalore insito nella trasmissione del messaggio negativo che il bambino riceve osservando i genitori che fumano, associando al fumare un comportamento che potrebbe voler presto imitare. È infatti accertato che la maggior parte degli adolescenti che hanno contratto la dipendenza ha uno o entrambi i genitori fumatori. ''Compito del pediatra - conclude Tancredi - è sensibilizzare i genitori ai problemi invitandoli ad evitare di fumare a casa e comunque di non farlo nel modo più assoluto nell'ambiente dove dorme il bambino''.
II fumo passivo determina nei bambini un aumento delle malattie respiratorie e un raddoppio dei ricoveri ospedalieri per problemi polmonari. Molti studi mostrano inoltre un aumento della frequenza e della severità degli attacchi asmatici e un ritardato sviluppo polmonare nei bambini esposti al fumo passivo. Nel sangue dei figli dei fumatori sono state ritrovate sostanze cancerogene nonché nicotina, una sostanza in grado di provocare dipendenza.
Uno studio condotto in Nord America ha esaminato l’associazione tra l’esposizione al fumo ambientale e gli episodi di asma acuta nei bambini sia attraverso i dati raccolti da un questionario sia attraverso la misurazione della cotinina (un metabolita specifico della nicotina) nelle urine. II rischio relativo di crisi acuta di asma era aumentato dell'80% in base alle informazioni ottenute dal questionario, e del 70% in base alla misurazione biologica.
I risultati di questo studio sono molto importanti, perché dimostrano e quantificano l’associazione tra due gravi patologie polmonari nei bambini (asma bronchiale e ridotta funzionalità polmonare) e il fumo dei loro genitori.
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23/10/2015 Andrea Piccoli
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