(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) gli stili di vita, ma non così conosciuto quando si parla dei 33 mesi così decisivi all’inizio della vita - interviene nel corso di “Milan Summit Longevity” Emanuela Folco, Segretario Generale Fondazione Giovanni Lorenzini - che ciascuno di noi trascorre a partire da ancora prima di essere nella pancia della mamma. Siamo molto orgogliosi di sostenere questo progetto, in linea con le direttive OMS e l’agenda 2030 delle Nazioni Unite, e che noi promuoviamo con questa sintesi: se cambi l’inizio della storia, cambi tutta la storia”.
“È incredibile riflettere su come le scelte e gli investimenti dei genitori possano influenzare il futuro benessere dei propri figli in modi così profondi e duraturi. Il fatto che il nostro ambiente prenatale - continua Elia Biganzoli, membro del Comitato Scientifico di Fondazione Giovanni Lorenzini, organizzatore della giornata conclusiva del Milan Longevity Summit e Coordinatore del progetto HEBE - possa modulare l'espressione genica e influenzare la nostra salute e longevità è affascinante e allo stesso tempo incoraggiante. Come scienziati, siamo grati di poter contribuire a comprendere meglio questi meccanismi cellulari e a trasmettere questa conoscenza alle future generazioni, per favorire una vita sana e piena per tutti".
Si chiama “I primi 1000 giorni di vita” l'iniziativa della Fondazione Giovanni Lorenzini, pioniera in Italia e in Europa di un tema così importante. Riguarda l’educazione e la sensibilizzazione ai primi 1000 giorni di vita per la salute e il benessere attraverso conoscenze che promuovano scelte comportamentali responsabili, evidenziando il ruolo chiave della genitorialità consapevole. La ricerca scientifica ha dimostrato in numerosissimi studi che nel corso del periodo pre-concezionale, della gravidanza e dei primi due anni di vita, sono così determinanti al punto di influenzare fino al 70% la salute futura dell'individuo.
“Durante i mesi di pre-concepimento che solitamente non sono mai meno di 6, entrambi i genitori con tutti i loro comportamenti e i loro stili di vita, sono responsabili del futuro del loro figlio. La madre – precisa Sergio Pecorelli, Professore e Rettore Emerito Università di Brescia e Presidente Fondazione Giovanni Lorenzini New York - è responsabile di quello che avviene in gravidanza e lo farà prestando attenzione a fare esercizio fisico, a nutrirsi correttamente, a limitare e gestire lo stress. Ma anche il padre gioca un ruolo molto importante con il suo stile di vita e l'ambiente in cui vive. Questo “vantaggio” del bambino si ripercuoterà sul suo futuro stato di salute durante la vecchiaia incidendo in modo decisamente positivo”.
L’epigenetica è una branca della genetica che si occupa dei cambiamenti ereditabili da una cellula o da un organismo in cui non si osserva una variazione del genotipo. Lo stato di salute prima del concepimento è strettamente correlata all’esito della gravidanza; ricerche relative a tutto il corso della vita indicano il pre-concepimento come il periodo più critico per la salute tra generazioni.
“I segnali ambientali epigenetici sono molteplici: dal cibo che ingeriamo, da come e quanto muoviamo il corpo, da come ci relazioniamo con l’ambiente e con le persone, come gestiamo le nostre emozioni, i nostri pensieri, dall’aria che respiriamo. Gli stili di vita, gli stressors, le condizioni psico-emozionali dei futuri genitori - continua Pecorelli - hanno il potenziale di influenzare il rischio delle malattie croniche. La nostra salute e il nostro benessere quando cresciamo, da adulti e anche da anziani, dipende da ciò che succede prima del concepimento e durante i primi 1.000 giorni di vita”.
L'esposizione a stressors durante la gravidanza è stata più volte associata all'insorgenza nei figli di determinate condizioni cardiovascolari, metaboliche, neurologiche e condizioni mentali e cognitive.
“Identificare le persone che intendono pianificare una gravidanza, fornisce una finestra di opportunità per migliorare la salute prima del concepimento - conclude Folco - mentre iniziative per ridurre i determinanti dei rischi pre-concezionali, come ad esempio obesità, fumo, uso di sostanze stupefacenti, abuso di alcol, sono essenziali per migliorare gli esiti. Investire nella salute pre-concezionale e prenatale non solo contribuisce al benessere a breve termine, ma offre anche una solida base per un invecchiamento migliore e più attivo nel lungo periodo. Comprendere e affrontare consapevolmente la gravidanza non solo può migliorare la salute dei figli fin dall'inizio della vita, ma può anche favorire un invecchiamento più sano e resiliente”.
Notizie specifiche su: neonati, salute, invecchiamento, 28/03/2024 Andrea Sperelli


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