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alla 1° pagina..) Se si tiene conto che un caffè espresso contiene circa 80 mg di caffeina, è facile intuire come il consumo di più di due caffè al giorno possa essere eccessivo in questa fase, o quanto meno sconsigliabile”, afferma Claudia Banfi, Biologa nutrizionista presso Eugin.
Quali sono i dati che avvalorano il suggerimento di limitare il consumo a due caffè al giorno?
Il legame fra caffeina e fertilità femminile è stato indagato in molti studi, di cui forniamo una sintesi:
1. il celebre “Nurses’ Health Study” da cui è stato tratto il “decalogo della fertilità” conclude che le donne con un elevato consumo di caffeina (> 400 mg/die) non erano più a rischio di infertilità ovulatoria rispetto alle donne che non ne consumavano. Tuttavia, prendendo in considerazione tutte le cause di infertilità, le donne con elevato consumo di caffeina avevano una difficoltà a rimanere incinte del 20% più alta. Troppa caffeina potrebbe ridurre la capacità delle tube di Falloppio di contrarsi e rilassarsi e quindi rallentare il transito dell’uovo fecondato dalla tuba all’utero. Se l’uovo fecondato arriva troppo tardi, l’endometrio può non essere più ricettivo per l’impianto. Inoltre, la caffeina sembrerebbe rendere l’endometrio meno ospitale per l’uovo fecondato. Chavarro e colleghi hanno inoltre dimostrato che il consumo, due o più volte a settimana, di bevande energetiche contenenti caffeina è correlato ad un aumento del 47% del rischio di infertilità anovulatoria rispetto alle donne che ne bevono meno di una a settimana, mentre non hanno rilevato alcuna correlazione tra il consumo di caffeina da tè e caffè e il rischio di infertilità anovulatoria. Per riassumere: apparentemente il consumo di tè e caffè non influisce sull'ovulazione, a differenza delle bevande energetiche contenenti caffeina, che possono disturbarla notevolmente.
2. Alcuni studi mostrano, infine, che un moderato consumo di caffeina (< 300 mg/die, circa tre tazzine di caffè al giorno) non ha effetto su fertilità, esito positivo di gravidanza e sviluppo fetale. Altri, al contrario, mostrano come possa ritardare la gravidanza, rappresentare un rischio per il feto in via di sviluppo e aumentare il rischio di aborto spontaneo, nascita prematura e minor peso fetale alla nascita, anche se non disponiamo ancora oggi di prove solide.
E per quanto riguarda gli uomini? La caffeina sembrerebbe influenzare negativamente il volume, il numero e la concentrazione degli spermatozoi; inoltre, sembrerebbe associata a maggior frammentazione del DNA spermatico. Il limite di 2 caffè al giorno è suggerito, quindi, anche in questo caso.
L’alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e in grado di indurre dipendenza. Il consumo non ha alcuna utilità per l’organismo, risulta invece fonte di danno diretto alle cellule di molti organi, in particolare fegato e sistema nervoso centrale (SNC) ed è correlato all’insorgere di alcuni tumori maligni. I suoi effetti avversi, talvolta irreversibili, non risparmiano neppure il sistema endocrino-riproduttivo, determinando infertilità, impotenza, riduzione della libido e alterazioni ormonali, che possono poi tradursi in alterazioni mestruali nella donna e in ipogonadismo nell’uomo.
Per una donna, l’abuso di alcol comporta un aumento nella concentrazione di estrogeni e una diminuzione dell’ormone FSH che inibisce la follicologenesi e l’ovulazione. Secondo il parere del Dott. Chavarro e di altri autori, le donne che consumano circa 10 g di alcol al giorno, che corrispondono a circa un calice di vino al giorno o a un drink, hanno un rischio di infertilità anovulatoria di quasi il 50% superiore rispetto alle donne che non bevono alcolici. La correlazione è particolarmente marcata nel caso in cui si consumino distillati.
Il legame tra fertilità maschile e abuso di alcol
Nell’uomo, un consumo non controllato di alcol può causare:
- Riduzione della libido.
- Riduzione del volume testicolare, che può portare a impotenza, infertilità ed eiaculazione precoce.
- Riduzione dell’assorbimento dello zinco e, quindi, inibizione della produzione di spermatozoi fecondanti, favorendo la produzione di spermatozoi morfologicamente anomali, compromettendone concentrazione e motilità.
- Nei forti bevitori, frammentazione del DNA spermatico e decondensazione della cromatina.
- Iperprolattinemia, ovvero l’aumento della prolattina sierica, causa di ipogonadismo, ovvero la ridotta produzione di sperma, impotenza e ginecomastia negli uomini.
- Riduzione delle cellule di Leydig (cellule presenti nei testicoli, che producono testosterone), nonché a una loro alterata morfologia.
- Alterazione del tasso di testosterone: l’alcol stimola l’aromatasi, ovvero la conversione di testosterone in estradiolo, che porta a un anormale ingrossamento delle ghiandole mammarie.
Possiamo quindi concludere che, per quanto concerne l’alcol, non ci sono quantità raccomandabili “sicure” per chi cerca una gravidanza. Come dicono le linee guida italiane per la popolazione generale, infatti, “meno è meglio”.
“La medicina della riproduzione si occupa in primo luogo di prevenzione. Prima di suggerire e iniziare qualsiasi genere di trattamento, è fondamentale verificare e correggere le abitudini alimentari della coppia che possono influire sulla fertilità e sulla possibilità di ottenere una gravidanza, sia in modo naturale che ricorrendo alla fecondazione assistita. Non dobbiamo scordare, inoltre, che il consumo di alcol da parte del padre prima del concepimento e anche della madre durante la gravidanza, può avere ripercussioni negative anche sullo sviluppo del feto e dei nascituri. Pertanto, è importante non abbassare la guardia una volta che si è conseguita la tanto desiderata gravidanza”, conclude Mario Mignini Renzini, Referente medico per gli aspetti clinici dei Centri Eugin in Italia e responsabile del Centro di PMA della Casa di Cura La Madonnina di Milano e Professore di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.
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06/02/2024 Andrea Sperelli
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