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alla 1° pagina..) si è parlato molto della caduta di capelli successiva a infezione da COVID-19: questo è un classico esempio di telogen effluvium acuto, che colpisce circa 1 paziente su 4 affetto da COVID-19, nei primi due o tre mesi dopo l’infezione, con le donne a maggior rischio rispetto agli uomini.
Perché allora una caduta di questo tipo avviene comunemente nella stagione autunnale? “Il fatto che questa eccessiva caduta avvenga frequentemente in questo periodo è verosimilmente dovuto all’esposizione solare intensa dell’estate, che costituisce una causa di considerevole stress per i capelli. Inoltre, secondo alcuni autori, questa caduta stagionale sarebbe influenzata anche da fattori ormonali come la variazione nella produzione di un ormone, la melatonina, dovuta alla diminuzione delle ore di sole e all’allungamento della fase di buio, oltre che al cambiamento della temperatura. Queste variazioni si rifletterebbero anche sugli ormoni che regolano i processi di crescita e caduta dei capelli, aumentandone visibilmente la perdita”, continua la dottoressa Bussoletti.
Ormai basta navigare in rete per capire quanto la perdita dei capelli sia un tema caldo, soprattutto in questa stagione, ed entrare nelle farmacie per apprezzare quanto il segmento dei prodotti anti-caduta sia sempre più ampio e variegato. Per la maggior parte questo genere di offerta è costituito da integratori alimentari, da lozioni o fiale anti-caduta e da shampoo specifici. Gli integratori per contrastare la caduta e rinforzare i capelli contengono in genere aminoacidi, minerali e vitamine, coinvolti nel metabolismo fisiologico del capello. Per quanto riguarda shampoo e fiale, sono molteplici gli attivi utilizzati: negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata sugli estratti vegetali come la caffeina, che ha infatti importanti proprietà a livello tricologico.
Aiuta il ciclo di crescita dei capelli, aumentandone di conseguenza la velocità di allungamento e stimolando la crescita del follicolo pilifero. Si tratta quindi di una sostanza che aiuta l’allungamento dei capelli, la proliferazione dei cheratinociti e che prolunga il tempo in cui il follicolo rimane nella fase di crescita (fase anagen). Tuttavia non bisogna esagerare perché invece le quantità troppo elevate di caffeina possono avere l’effetto contrario, spingendo il follicolo a concludere la sua fase di crescita in anticipo. Questo vuol dire che un’eccessiva stimolazione può essere negativa e che è opportuno adoperare le quantità giuste di caffeina in base al tipo di capello e in base alla specifica situazione della persona.
Per l’aspetto della capigliatura, infine, l’acido ialuronico e la cheratina sono fondamentali per rendere i capelli più voluminosi e lucidi. L’utilizzo costante di questi prodotti costituisce sicuramente un valido aiuto nei casi di caduta transitoria dei capelli, insieme a un’integrazione alimentare specifica in caso di carenze nutrizionali accertate.
A volte però, tutto questo non basta. Se infatti la caduta non è un fatto transitorio o stagionale, ma aumenta nel tempo e assume delle caratteristiche specifiche - come l’arretramento della linea frontale e temporale di attaccatura dei capelli o il diradamento al vertice della testa - allora si tratta probabilmente di alopecia androgenetica, più comune negli uomini ma presente anche nelle donne. In questo caso, il dermatologo può ricorrere a terapie farmacologiche per contrastare efficacemente questo problema. Di sicuro è sempre utile una valutazione dermatologica specialistica per individuare la tipologia di caduta dei capelli a cui il paziente va incontro e per individuare il giusto percorso di trattamento, oltre che per un consiglio cosmetologico accurato ed efficace.
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05/10/2023 Andrea Sperelli
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