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alla 1° pagina..) monoterapia, che è il limite superiore tollerato per gli adulti, anche in gravidanza e allattamento. Altri dosaggi giornalieri in monoterapia che vanno da 0,4 mg a 5 mg rappresentavano lo 0,11% delle prescrizioni. Il resto (più del 50% delle prescrizioni) assumeva l'acido folico tramite multivitaminici.
I soggetti sono stati seguiti per 24 mesi, durante i quali sono stati registrati i tentativi di suicidio o gli eventi di autolesionismo, mettendo a confronto i periodi di trattamento con acido folico con i periodi privi di trattamento.
Nel corso del periodo di studio il tasso complessivo di eventi è stato di 133 per 100.000, ovvero circa un quarto di quello riportato nella popolazione generale, cioè 600 per 100.000.
I ricercatori hanno escluso alcuni fattori potenzialmente confondenti, giungendo a una percentuale di riduzione del suicidio del 44%. Anche escludendo le donne in gravidanza sono stati ottenuti risultati comparabili. Per ogni mese di trattamento si registrava una riduzione del 5% del tasso di eventi suicidi, il che significa che più a lungo si assume la sostanza maggiore sarà la protezione.
I ricercatori hanno anche valutato un gruppo di controllo negativo di 236.610 individui che utilizzavano cianocobalamina durante il periodo di studio. La cianocobalamina è una forma di vitamina B12 essenziale per il metabolismo, la sintesi delle cellule del sangue e il sistema nervoso. Non contiene acido folico ed è comunemente usato per curare l'anemia. I risultati non hanno mostrato alcuna associazione tra cianocobalamina e comportamento suicidario.
"La riduzione del 44% dei tentativi di suicidio potrebbe essere in realtà una sottostima", ha affermato Robert D. Gibbons, professore di biostatistica all'Università di Chicago e primo autore dello studio. Il dato tiene conto infatti solo di chi ha ricevuto una prescrizione medica, ma l’acido folico può essere assunto anche in autonomia dal momento che si tratta di un prodotto da banco.
"L'acido folico è sicuro, poco costoso e generalmente disponibile, e se futuri studi randomizzati controllati con placebo confermassero una causalità di questa associazione, avremmo un nuovo strumento terapeutico. Avere uno strumento del genere sarebbe estremamente importante dato che il suicidio è una crisi di salute pubblica globale", ha concluso Gibbons.
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14/12/2022 Andrea Sperelli
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