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alla 1° pagina..) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispaam), insieme ai colleghi delle Università britanniche di Abertay, St Andrews e Nottingham, hanno utilizzato i polifenoli, molecole organiche naturali costituite da uno o più anelli aromatici (fenoli), per limitare e controllare la formazione di formaldeide, acetaldeide e altri carbonili, sostanze tossiche per le cellule del cavo orale, bronco-alveolare e/o polmonari. Lo studio è stato pubblicato su RSC Advances.
“Negli alimenti, alcuni polifenoli sono in grado di modificare e/o legare queste molecole tossiche, prodotte dall’ossidazione di lipidi, zuccheri e proteine assunti con l’alimentazione, riducendone la concentrazione”, spiega Antonio Dario Troise, ricercatore Cnr-Ispaam. “Insieme al gruppo di ricerca del prof. Alberto Fiore dell’Università di Abertay, abbiamo addizionato a liquidi di composizione simile a quelli delle e-cig, i polifenoli epigallocatechina gallato, idrossitirosolo e acido gallico, misurando poi l’effettiva riduzione di acetaldeide, formaldeide, gliossale e metilgliossale nei fumi prodotti e quantificando la formazione delle sostanze derivate, addotti fra polifenoli e le specie tossiche carboniliche”.
I risultati sono significativi: “Una riduzione delle specie nocive fino al 99.6% è stata verificata negli aerosol delle e-cig addizionate con polifenoli. In alcuni casi è stata osservata una correlazione inversamente lineare tra la concentrazione dei polifenoli usati e le molecole tossiche”, conclude il ricercatore. “Inoltre, gli addotti derivati sono significativamente meno dannosi delle molecole presenti in assenza dei polifenoli, come evidenziato da prove tossicologiche parte di questo studio e condotti su cellule polmonari alveolari e bronchiali. Questi risultati rappresentano quindi una prima validazione della capacità dei polifenoli nel contrastare la formazione di molecole potenzialmente nocive nelle e-cig, e offrono uno strumento per future applicazioni di nuove formulazioni arricchite in molecole funzionali derivanti da scarti agroalimentari”.
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25/06/2020 Andrea Sperelli
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