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alla 1° pagina..) tra il 1994 e il 2020. Tra questi soggetti, il 25% ha sviluppato o uno o più eventi di PIRA, in media dopo 7,2 anni dall’attacco.
Dallo studio, pubblicato su JAMA Neurology, emerge che il manifestarsi di almeno un evento di PIRA si collega a prognosi a lungo termine più sfavorevole e che questo legame è più stretto se l’evento avviene entro i primi 5 anni di malattia. In questi casi, infatti, il rischio di arrivare a un elevato livello di disabilità è 26 volte maggiore in confronto ai pazienti che hanno presentato un evento PIRA più tardi.
Gli esiti dello studio hanno spinto i ricercatori a ipotizzare la necessità di una riclassificazione della malattia e a considerare, quindi, i pazienti con SM recidivante-remittente come pazienti con sclerosi multipla progressiva, indipendentemente dal loro punteggio di disabilità o dalla durata di malattia.
PIRA sembra rappresentare un buon indicatore, tanto da essere proposto come principale meccanismo responsabile dell'accumulo di disabilità nella sclerosi multipla. La predizione di PIRA, però, è impegnativa, come testimonia l’analisi dei soggetti partecipanti allo studio, per i quali gli elementi su cui si basa il maggiore rischio sono limitati all’età avanzata e all'insorgenza dei sintomi. Diventa quindi importante per gli studiosi una rivelazione precoce di PIRA per permettere di effettuare una valutazione anticipata della prognosi e la definizione delle più adeguate scelte terapeutiche, nell’ambito di una malattia di notevole complessità.
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15/06/2023 Andrea Piccoli
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