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alla 1° pagina..) all’80, al 70 per cento finché il paziente ritorna in forma e seguendo sempre le prescrizioni dei fisioterapisti. Il paziente vede il proprio braccio migliorare la sua funzionalità e questo può spingerlo a fare la riabilitazione con più motivazione”.
La peculiarità del sistema messo a punto dai ricercatori italiani è il risparmio energetico: “i motori per funzionare consumano molta elettricità e noi abbiamo trovato un escamotage per risparmiarla usando delle molle”, spiega Lenzo, “Quando alzo un libro con un mano uso dell’energia ma quando lo poggio la spreco, perché sto solo facendo da freno a un oggetto che cadrebbe da solo. Con il nostro sistema posso tenere quel libro in mano senza consumare nulla, i motori servono solo all’inizio, per scegliere l’entità del peso da sollevare mentre le molle mi permettono di tenerlo in mano e spostarlo praticamente gratis”.
Grazie ai soldi garantiti dal premio, i tre ricercatori hanno potuto sviluppare al meglio la tecnologia, creando altri due dispositivi robotici che affiancheranno quello principale. Il primo è Trackhold, un supporto che si indossa sulla parte finale del braccio e ne traccia il movimento per sostenerlo in una determinata posizione. Non possiede motori a differenza dell'esoscheletro e sostiene il peso del braccio senza consumare energia. È stato progettato pensando soprattutto alla riabilitazione in ambienti virtuali.
Il secondo strumento è più simile ad Alex, dal quale si differenzia per la presenza dei motori elettrici al posto delle molle.
“Per il futuro l’idea è di rendere questi dispositivi più compatti, più semplici, più efficienti e soprattutto più economici”, confessa Lenzo, “Vicino al costo di un’automobile, insomma, e comunque acquistabili da chi ne abbia bisogno”.
Sul mercato, infatti, esistono già diversi esempi, nati in ambito militare per permettere al soldato di compiere lunghe marce e trasportare senza fatica i pesi.
“Nel tempo si sono evoluti arrivando nell’ambito sanitario e in quello civile, dove possono aiutare l’uomo a raggiungere luoghi inaccessibili a mezzi su ruote o su cingoli”, spiega Antonio Frisoli, esperto di robotica e professore della Scuola Sant’Anna.
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24/04/2015 Andrea Sperelli
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