(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) attraverso il flusso sanguigno.
Un meccanismo infiammatorio cronico può essere precursore di alcune condizioni, come gli ascessi cerebrali: “ll continuo ciclo batterico originato dalle infezioni orali può servire da base per gli ascessi cerebrali – spiega il Prof. Lopez – È importante che i neurochirurghi monitorino la salute dentale dei pazienti, sia attuale che pregressa. I dentisti, dal canto loro, dovrebbero svolgere un ruolo di sentinella per individuare infiammazioni che potrebbero diffondersi fino al cervello. Entrambe le figure professionali necessitano di una formazione adeguata, in un'ottica di medicina sempre più multidisciplinare”.
La salute della bocca ha un ruolo rilevante anche per ulteriori aree neurologiche: l’abitudine di lavarsi i denti tre o più volte al giorno è stata associata a un minor rischio di ictus. Alcune ricerche, infatti, hanno dimostrato che prevenire la malattia parodontale può ridurre l’incidenza di ictus: la parodontite o la scarsa igiene orale possono effettivamente portare a infezioni locali, infiammazioni e reazioni infiammatorie sistemiche, che sono importanti mediatori dello sviluppo di apoplessia. “Migliorare l'igiene orale non solo riduce il rischio di ictus e fibrillazione atriale, ma attenua anche le complicazioni per i pazienti con precedenti di ictus o infarto miocardico – commenta il Prof. Lopez – Questo sottolinea la necessità critica di elevare gli standard di igiene orale, specialmente per i pazienti a rischio elevato di eventi cardiovascolari successivi”.
Ulteriori studi hanno suggerito inoltre una correlazione tra una scarsa salute orale e un aumento dell'incidenza di fratture vertebrali, a causa dell'infiammazione orale cronica che funge da porta d'ingresso per varie infezioni. Infine, uno studio recente ha rilevato che una buona igiene orale può ridurre significativamente il rischio di cancro alla testa e al collo (HNC).
I problemi dentali e una scarsa igiene orale sono stati collegati anche a deficit cognitivi e demenza, di cui in Italia soffrono circa 1 milione di persone. L'interazione tra una funzione orale compromessa e il declino cognitivo suggerisce una relazione bidirezionale in cui una salute orale non ottimale (ad esempio, con la formazione di gengivite, carie, o perdita dei denti) viene associata ad un aumento del rischio di sviluppare deterioramento cognitivo e demenza. Più nello specifico, il microbiota orale – ovvero la popolazione complessiva di microorganismi presenti nel cavo orale – può influenzare il rischio di insorgenza del morbo di Alzheimer, al settimo posto tra le cause di morte nel mondo.

Considerando il ruolo rilevante della salute orale anche per una migliore funzione cerebrale e quindi per una migliore salute complessiva, gli esperti hanno stilato cinque raccomandazioni e informazioni utili.

Mantenere una buona igiene orale. Avere denti e gengive sani, prevenendo carie, gengiviti e altre infezioni è fondamentale per evitare lo sviluppo di processi infiammatori che possono portare effetti negativi al cervello. È quindi necessario lavarsi i denti almeno tre volte al giorno con un dentifricio al fluoro, usare il filo interdentale quotidianamente e fare regolari visite dal dentista.

Prestare attenzione a masticazione e salivazione. Non è importante solo avere denti in salute ma anche una funzionalità corretta. Una buona masticazione contribuisce a supportare la digestione, con un effetto positivo sull’equilibrio del microbiota e, quindi, sulla funzione cognitiva. In questo contesto, i denti mancanti possono compromettere l’efficienza masticatoria e portare a squilibri nella struttura della bocca e della masticazione: ecco perché, quando il medico lo ritiene opportuno, gli impianti dentali possono svolgere un ruolo fondamentale per ripristinare la funzionalità del sorriso, non solo l’estetica. Una salivazione adeguata, inoltre, aiuta a ridurre l’incidenza delle carie, neutralizza gli acidi prodotti dai batteri nella bocca e facilita la digestione; un fattore particolarmente importante per chi ha impianti dentali e per gli anziani, che spesso soffrono di carie a causa della scarsa salivazione.

Idratarsi con costanza. Strettamente legata alla salivazione è l’idratazione: un buon livello, infatti, aiuta a mantenere una produzione adeguata di saliva. Una scarsa idratazione, invece, può portare a secchezza orale, aumentando il rischio di infiammazioni, infezioni e problemi dentali.

Valutare test genetici per la parodontite. Un test genetico per valutare la predisposizione alla parodontite può essere una svolta per conoscere in forma preventiva la condizione del proprio cavo orale. Esistono due tipi di test a cui i dentisti potrebbero sottoporre i pazienti (e che i pazienti potrebbero richiedere ai professionisti): batterico, per rilevare la presenza della parodontite; e genetico, per verificare la predisposizione, ad esempio, nei figli di pazienti con parodontite. Questi test salivari sono utili per una prevenzione precoce, soprattutto per chi potrebbe dover ricevere impianti dentali.

Riconoscere i campanelli di allarme. Ci sono alcuni segnali a cui fare attenzione: gengive sanguinanti, ad esempio, sono un segno di parodontite già presente; questa malattia ha un'insorgenza subdola e spesso asintomatica, ecco perché è fondamentale effettuare controlli regolari dal dentista. Altri campanelli d’allarme, sintomi di una scarsa igiene orale, a cui fare attenzione sono: alito cattivo persistente, che può indicare la presenza di batteri nella bocca; dolore o sensibilità ai denti, che potrebbero indicare carie, infezioni o smalto danneggiato; placca e tartaro visibili, ovvero accumuli di batteri che possono portare a problemi più gravi se non trattati; denti allentati o che si muovono, che indicano problemi gengivali avanzati o perdita ossea.
Notizie specifiche su: denti, cervello, relazione, 16/07/2024 Andrea Piccoli


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