(2° pagina) (Torna
alla 1° pagina..) a livelli gravi) e il 21% in sovrappeso. In Occidente, la crescita dell'obesità ha portato a un drammatico aumento delle patologie ad essa legate come la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) – comunemente fegato grasso – o la steatoepatite non alcolica (NASH), con danni correlati che possono essere anche molto gravi soprattutto se trasferiti fino all'età adulta (diabete, cirrosi epatica, sindrome metabolica, ipertensione, cardiopatie, retinopatie).
L'approccio chirurgico in età pediatrica viene preso in considerazione nei casi più gravi. Le linee guida internazionali prendono in considerazione due gruppi di pazienti pediatrici: quelli con indice di massa corporea (BMI) pari o superiore a 50 (obesità patologica severa o superobesità) e quelli con un indice di massa corporea superiore a 40 (obesità grave di III grado), associata a staetoepatite dimostrata istologicamente (NASH) o ad altre gravi patologie mediche correlate come il diabete, l'ipertensione o le apnee notturne. Gli altri fattori presi in considerazione per ottenere il consenso informato sono la maturità fisica e psicologica del paziente, il desiderio di sottoporsi alla procedura, i precedenti tentativi di perdita di peso, la capacità di rispettare le cure mediche di follow-up.
Lo studio portato avanti dai medici del Bambino Gesù ha coinvolto 93 bambini gravemente obesi (con indice di massa corporea ≥35kg/m2. Per esempio ragazzi di 1,70 metri di altezza per un peso di 130 kg) di età compresa tra i 13 e i 17 anni, con diagnosi di steatoepatite non alcolica (NASH), che rappresenta un livello più avanzato e più grave di steatosi epatica. Un gruppo di ragazzi (21%) è stato trattato con una resezione gastrica verticale laparoscopica (sleeve gastrectomy): questo intervento consiste nella drastica riduzione del volume dello stomaco che viene trasformato in un tubulo (sleeve significa manica) di circa 100 ml di volume. Un altro gruppo (21%) è stato trattato con interventi sullo stile di vita (dieta e attività fisica) e con un palloncino intragastrico, che viene fatto ingoiare o viene posizionato endoscopicamente nel fondo dello stomaco per indurre il senso di sazietà e aiutare così il paziente a seguire una dieta più corretta. Sul restante 58% dei ragazzi si è intervenuti solamente agendo sugli stili di vita.
A un anno dall'inizio del trattamento, tutti i bambini sono stati sottoposti a valutazione clinica, psicologica, esami del sangue, biopsia epatica, polisonnografia, controllo ambulatoriale della pressione arteriosa ed esame del fundus oculi. I 20 ragazzi trattati con sleeve gastrectomy hanno fatto registrare una perdita media di peso del 28%, la scomparsa della steatoepatite e, nel 90% dei casi, anche del fegato grasso. Gli altri 20 bambini trattati con palloncino intragastrico e con interventi sullo stile di vita hanno fatto registrare una perdita di peso pari al 10%. Tra loro però, in 6 casi (23,7%) è ricomparsa la steatosi epatica mentre a 7 ragazzi (36,8%) è tornata la fibrosi epatica. Infine nei pazienti trattati solo con interventi mirati sullo stile di vita non si sono registrati miglioramenti significativi né nel calo ponderale (-0,3%) né per quanto riguarda i danni al fegato. I ragazzi trattati con sleeve gastrectomy hanno anche fatto registrare un netto miglioramento dell'ipertensione, della dislipidemia (valori alterati dei grassi ematici quali colesterolo, trigliceridi, ecc.) e dell'apnea del sonno.
«Un adolescente che a 12, 13 o 14 anni mostra un eccesso di peso così grave da compromettere gli organi più importanti come cuore, fegato, pancreas, avrà davanti a sé un futuro fatto di medicine e ricoveri ospedalieri – spiega il dottor Valerio Nobili responsabile di malattie epato-metaboliche del Bambino Gesù -. Ovviamente tale approccio terapeutico può essere applicato solo alla grande obesità e non deve mai prescindere da un cambiamento di vita fatto di rigoroso controllo alimentare ed attività fisica. Resta però indiscusso il fatto che ridare a questi ragazzi la gioia di vivere senza medicine e un corpo che li "soddisfi" vuol dire aiutarli ad essere parte attiva e produttiva di una società che altrimenti li emarginerebbe totalmente o li terrebbe ai lati della stessa».
«Da quando è stato costituito presso il nostro Ospedale il team multidisciplinare per il trattamento dell'obesità patologica, il risultato delle cure è molto migliorato nell'ambito della problematica dell'obesità – dice il dottor Giuseppe De Peppo, responsabile della chirurgia generale della sede di Palidoro dell'Ospedale -. Gli straordinari sviluppi della tecnologia nell'ambito della chirurgia mininvasiva sono stati preziosi in questo settore, con lo sviluppo di suturatrici "intelligenti" e di materiali di sutura che "sigillano" la linea di resezione. È ormai scientificamente dimostrato che la chirurgia laparoscopica della grande obesità è da considerarsi addirittura più sicura di quella necessaria per curare un'appendicite o i calcoli della colecisti. Il decorso post-operatorio dopo sleeve gastrectomy è di soli 3-4 giorni con rapidissimo ritorno alle normali attività. La nostra gioia maggiore è quella di rivedere questi ragazzi durante il follow-up e avere grande difficoltà nel riconoscerli non solo per i tanti chili persi ma soprattutto per la loro radicale trasformazione emozionale e di comunicazione. Sembra strano ma nessuno di loro si è mai lamentato di non poter più fare le "abbuffate" di prima; ora hanno altro da pensare. Devono pensare alla loro nuova vita».
Uno studio precedente dello stesso team ha dimostrato anche l'efficacia del cosiddetto palloncino. «Negli ultimi anni – spiega il prof. Nobili - sono stati sviluppati dei dispositivi intragastrici mini-invasivi. Uno di essi è BIB, il palloncino intragrastrico che serve a indurre un senso di sazietà precoce. Pur essendo un valido rimedio, uno degli effetti collaterali che ne limita l'utilizzo nei bambini è la possibile rottura».
La Food and Drug Administration ha autorizzato da poco l'utilizzo di un dispositivo di ultima generazione, Obalon Intragastric Balloon, un'evoluzione di BIB. Nobili ha deciso di sperimentarne l'utilizzo nei bambini quando nel suo ufficio il rappresentante dell'azienda produttrice – un uomo di 2 metri e 130 chili – è saltato sopra il dispositivo per dimostrarne la resistenza.
«Un'immagine che fa sorridere ma che mi ha fatto rendere conto dell'indistruttibilità del materiale». L'ospedale Bambino Gesù ha quindi deciso di sperimentare il nuovo palloncino su un campione di 10 bambini.
Tutti i bambini avevano partecipato a precedenti tentativi dietetici con scarsi risultati. «In particolare, allo studio hanno partecipato bambini e adolescenti di età compresa tra i 9 e 17 anni con obesità severa, ovvero con un indice di massa corporea oltre il valore di 35 e già con complicanze metaboliche importanti», ha spiegato Nobili. Dopo 3 mesi, i risultati sono stati eccezionali. I bambini nei quali era stato impiantato il palloncino avevano fatto registrare una perdita di peso di circa 8 chilogrammi, una diminuzione del BMI di 2 punti e una riduzione del girovita pari a 11 centimetri.
I medici hanno potuto verificare un grande miglioramento anche nei parametri associati alla sindrome metabolica, dal livello di transaminasi a quello del colesterolo.
«Accanto a questi risultati davvero importanti ciò che mi preme sottolineare è anche l'aspetto psicologico. Questi ragazzi per la prima volta dopo tanti tentativi sono riusciti ad ottenere qualcosa. Questo è importantissimo per il prosieguo del percorso», precisa il professore. Il dispositivo non ha prodotto alcun effetto collaterale nei 10 ragazzi coinvolti nell'esperimento.
Ora i ricercatori italiani tenteranno di estendere la sperimentazione anche ai bambini di 6-7 anni, anche se Nobili ci tiene a precisare: «Il trattamento non è la soluzione per tutti i bambini con obesità severa. Dieta e attività fisica sono le prime due indicazioni da mettere in atto. Quando da sole non portano risultati allora è possibile intervenire. Fondamentale è farlo prima che il danno metabolico sia esteso. Il nostro studio dimostra che tali presidi mini-invasivi e temporanei, in associazione a programmi di modifica dello stile di vita, possono rappresentare uno strumento sicuro ed efficace nel trattamento iniziale dell’obesità severa», conclude il prof. Nobili.
Leggi altre informazioni
Notizie specifiche su:
obesità,
palloncino,
bambini,
12/10/2016 Andrea Piccoli
Puoi
fare una domanda agli specialisti del forum
e iscriverti alla newsletter,
riceverai le notizie più importanti. |