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I ricercatori inglesi hanno messo a confronto gli interventi sanitari necessari durante e dopo il travaglio nei due diversi tipi di parto in acqua e in rapporto al parto tradizionale.
Sono stati analizzati i dati di 36 studi che hanno coinvolto 157.546 donne, scoprendo che l’opzione parto in acqua presenta indubbi vantaggi per donna e bambino, senza mostrare criticità riguardanti la sicurezza.
Rispetto al parto tradizionale, quello in acqua ha ridotto in maniera significativa l’uso di epidurali, oppioidi, episiotomia, dolore ed emorragie dopo il parto, aumentando il grado di soddisfazione delle madri e le probabilità di un perineo intatto. La percentuale di tagli cesarei è rimasta la stessa, ma fra i nati in acqua si è registrato un numero più alto di rottura del cordone ombelicale, probabilmente a causa della trazione del cordone quando il neonato viene sollevato in superficie.
Alcuni esperti sottolineano tuttavia che i dati non sono abbastanza omogenei e che ci sarebbe bisogno di più lavori condotti in strutture guidate da ostetriche o in ambiente domestico per avere un quadro più completo della situazione.
Le conclusioni dello studio sono in netta contrapposizione con le linee guida dell'American Academy of Paediatrics e dell'American College of Obstetricians and Gynaecologists.
Fra i rischi avanzati dagli esperti americani ci sono soprattutto le infezioni, pericolose e potenzialmente letali per l'organismo ancora immaturo del neonato, ma anche emorragie difficili da controllare e addirittura annegamenti.
Il parto in acqua si sta diffondendo sempre più, soprattutto in alcune zone come il Regno Unito, dove la maggior parte delle unità di maternità ha a disposizione almeno una vasca da parto. Inoltre, le madri che intendono effettuare questa esperienza possono anche decidere di noleggiare delle piccole piscine per partorire magari a casa. Secondo le stime, almeno una donna su 100 decide di partorire in acqua.
Gli esperti americani sembrano molto rigidi sull'argomento. È vero che il parto in acqua può diminuire la necessità di ricorrere agli antidolorifici nonché la durata del travaglio, scrivono gli autori su Paediatrics, ma gli studi che hanno analizzato i pro e i contro sono troppo pochi per stabilire un reale beneficio.
Al contrario, le possibili complicanze sono ben chiare, dalle infezioni dovute all'acqua sporca alle emorragie, dalle convulsioni ai problemi respiratori. Secondo uno studio epidemiologico, il 12 per cento dei bambini nati in acqua ha avuto poi bisogno di cure particolari, una percentuale decisamente significativa.
Fonte: BMJ Open 2022. Doi: 10.1136/bmjopen-2021-056517
BMJ Open
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12/07/2022 Andrea Piccoli
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