(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) tra gli adolescenti dai 15 ai 19 anni i casi sono circa 900. Complessivamente i tumori pediatrici costituiscono circa l’1% di tutte le neoplasie. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è arrivata a superare l’80% per le leucemie e si attesta attorno al 70% per i tumori solidi, ma c’è ancora molta strada da fare per garantire cure efficaci a tutti i pazienti.
Lo ricorda anche Andrea Biondi, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Milano-Bicocca, Fondazione Mbbm, Ospedale San Gerardo dei Tintori di Monza: “La storia dei tumori del bambino è una storia di grande successo della ricerca perché siamo passati da una possibilità di cura che 50 anni fa era inferiore al 20% a oggi che, pur con le dovute differenze tra tumore e tumore anche in relazione all’età, oltre l’ottanta per cento dei bambini e adolescenti guarisce. Ma quel 20% che ancora oggi muore per un tumore mi dà proprio una grande rabbia, perché la morte di un bambino è un evento innaturale a cui non ci si abitua mai”.
“Accanto alla rabbia – continua Biondi in un video – sono però testimone con il mio piccolo contributo, che è solo dalla ricerca che noi oggi diamo risposte. Abbiamo la terapia genica, nuove molecole intelligenti che hanno come bersaglio il gene malato della cellula tumorale. Il Dna di un bambino con tumore viene oggi sequenziato per poter essere certi del tipo di terapia che possiamo dare per quel tipo di tumore in quel bambino. E infine la rivoluzione dell’immunoterapia. Sono nuove prospettive di un orizzonte straordinario, che hanno bisogno però di un continuo supporto”. Airc al momento ha investito su 78 progetti di ricerca, come si legge in una nota, con l’obiettivo di offrire ai pazienti più giovani nuovi metodi di diagnosi e cura sempre più mirati, precisi, sicuri ed efficaci. Perché dopo la guarigione, queste persone in molti casi avranno più di 70 anni da vivere e la scelta delle cure deve tener conto di questa aspettativa di vita.
Tra i progetti ricordati da Airc, quello di Doriana Fruci, ricercatrice dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha identificato nuove strategie terapeutiche per stimolare il sistema immunitario a eliminare le cellule di neuroblastoma, il più frequente tumore solido extracranico dell’età pediatrica. Fruci si occupa in particolare delle forme più aggressive di questa neoplasia, che non rispondono all’immunoterapia. Racconta: “Abbiamo recentemente scoperto che combinando farmaci chemioterapici a basse dosi con l’immunoterapia è possibile richiamare le cellule del sistema immunitario all’interno del tumore e creare le condizioni ottimali per il loro funzionamento, favorendo così la risposta terapeutica”.
Ancora Giovanni Cazzaniga, ricercatore presso il Centro Tettamanti, Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza, conduce un progetto dedicato alla leucemia acuta linfoblastica pediatrica, il tumore più frequente tra i piccoli pazienti. Studia le fasi precoci all’origine della malattia, le condizioni genetiche che predispongono al tumore e le alterazioni biologiche associate alla prognosi della malattia. Spiega Cazzaniga: “Tali condizioni variano da individuo a individuo ed è per questo che la medicina di precisione assume sempre maggiore rilievo nella ricerca oncologica. Usando tecniche di sequenziamento del genoma, abbiamo recentemente classificato dei sottogruppi di pazienti in base al rischio di recidiva del tumore. Tali conoscenze ci consentono di diversificare le terapie in funzione delle caratteristiche del singolo paziente”.
Andando oltre l’Italia, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro infantile, Fondazione Soleterre, ha presentato il report del Programma internazionale per l’oncologia pediatrica “Grande contro il Cancro”. Un programma nato dodici anni fa in Europa – Italia e Ucraina – per poi estendersi in Africa e altri paesi come India ed El Salvador (oggi è operativo in Italia, Ucraina, Costa d’Avorio, Uganda, Marocco, Burkina Faso e dall’ultimo anno Polonia).
Il programma si allinea con gli obiettivi internazionali fissati nel 2018 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con la “Iniziativa Globale per il Cancro Infantile”: ridurre il numero dei bambini malati (stimati in almeno 300.000 ogni anno) e alzare entro il 2030 i tassi di sopravvivenza a livello globale fino al 60%.
Notizie specifiche su: tumori, bambini, cure, 15/02/2023 Andrea Sperelli


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