(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) - precisa il moderatore dell’incontro Andrea Lembo, medico chirurgo specialista in Oculistica presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano - e di un'approfondita competenza, con l'obiettivo di garantire un accesso facile ma consapevole alla contattologia. Questo approccio intende assicurare che le nuove scoperte e i trattamenti per la miopia siano pienamente compresi non solo dai professionisti, ma anche dai pazienti. Questo aiuta a preservare la salute visiva e a migliorare la qualità della vita della popolazione giovane e di tutte le fasce di età”.
“Siamo lieti dell’invito a questo importante appuntamento e grati dell’opportunità di esplorare il modus operandi dei professionisti sanitari. Vogliamo condividere l’importanza di una precisa e corretta comunicazione non solo tra le figure professionali - interviene David Pietroni, Senior Professional Affairs Manager di CooperVision Italia - ma anche rivolta ai giovani pazienti e ai loro genitori”.
Strategico il ruolo sinergico dell’ottico contattologo e dell’oculista nella gestione della miopia, soprattutto nei soggetti più piccoli.
“Negli ultimi anni è emersa l’importanza di creare una rete professionale di specialisti del settore, fornendo ai pazienti dei punti di riferimento territoriali. Il gioco di squadra è fondamentale tra l’ottico e l’oculista, che trova la sua miglior interpretazione grazie alla contattologia. Entrambe le figure professionali – precisa Francesco Aquilina, ottico-optometrista specialista in contattologia - hanno un ruolo insostituibile nella gestione della lente a contatto per le rispettive competenze. In questa dinamica, le aziende hanno un ruolo essenziale nel promuovere non solo la collaborazione ma, soprattutto, cultura e consapevolezza nella corretta selezione del paziente, nel controllo e nella gestione del porto della lente e delle eventuali criticità cliniche che possono insorgere”.
“Grazie all’introduzione di una lente a contatto morbida per il controllo della progressione miopica attraverso il meccanismo del defocus periferico, la contattologia sta vivendo una rivoluzione copernicana, superando i limiti gestionali legati al porto notturno e alle caratteristiche della lente stessa. Di pari passo, lo sviluppo della tecnologia per la lente a contatto giornaliera anche per altre ametropie e patologie corneali - conclude Lembo - ha permesso un approccio più consapevole da parte dell’utenza alla lente a contatto. L’utilizzo di una mente morbida e a ricambio giornaliero sembra essere di più facile gestione per i giovani, che iniziano soprattutto a utilizzarle per l’attività all’aria aperta. Si tratta di un argomento sempre attuale e challenging, data l’utenza a cui si rivolge e viste le ripercussioni di gestione familiare che ci possono essere”.
“La lente a contatto indicata per gli under 18 dovrebbe essere una lente semplice per via del ricambio giornaliero e per l’azione che si prefigge. In Italia - aggiunge Pietroni - stiamo continuando la ricerca di ottici optometristi esperti in applicazione di lenti a contatto, proattivi nella collaborazione con la classe medica, volenterosi di iniziare questo tipo di applicazione in modo continuo e costante. I pazienti vanno insomma accompagnati e seguiti”.
Era il 2014 quando è iniziata la prima delle 3 fasi dello studio clinico sulle lenti MiSight di CooperVision che si è concluso nel 2022, con sorprendenti risultati presentati anche all’American Academy.
“I primi risultati dopo 3 anni hanno permesso di valutare l’efficacia della lente e ha dimostrato di ridurre la progressione miopica del 59% e di ridurre l’allungamento assiale del bulbo del 52% nei bambini che hanno indossato MiSight rispetto al gruppo di controllo che ha utilizzato una lente a contatto monofocale. La stessa coorte di partecipanti ha proseguito lo studio per ulteriori 3 anni - termina Pietroni - confermando l’efficacia continua e costante nel rallentare la progressione miopica. Il gruppo di controllo in fase 2 con una miopia mediamente più alta conferma che l’applicazione in età adolescenziale garantisce un’efficacia del 50%. A 6 anni dall’inizio dello studio, il 90% dei bambini coinvolti ha risposto in maniera positiva alla lente: possiamo dunque dire che, rispetto la popolazione dello studio, la lente agisce in buona parte dei pre-adolescenti e adolescenti affetti da miopia”.

Notizie specifiche su: miopia, giovani, lenti, 26/10/2023 Andrea Sperelli


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