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alla 1° pagina..) arriveranno a perdere fino a 58 ore all’anno.
«Questa è la prima prova su scala planetaria che le temperature più calde della media intaccano il sonno umano. È la latenza del sonno, cioè il ritardo nell’addormentarsi, il motivo principale della perdita di sonno», afferma Minor.
Lo studio rivela che le probabilità di dormire meno di 7 ore sono aumentate del 3,5% se le temperature minime notturne esterne hanno superato i 25 gradi rispetto a una temperatura di 5-10 gradi.
Una sola notte sopra i 30° riduce il periodo di sonno di circa un quarto d’ora ma sono gli anziani a soffrire di più: hanno perso il doppio del sonno per ogni grado in più rispetto ai giovani o agli adulti. La perdita di sonno sembra correlata anche con le condizioni economiche, e in genere sono più colpite le donne.
Un altro aspetto preoccupante è dato dal fatto che apparentemente l’organismo non sembra adattarsi alle alte temperature: la quantità di sonno perso a inizio estate è infatti simile a quella del sonno perso nell’ultima settimana della stagione calda.
«Questa omogeneità nella perdita di sonno indica che le persone non riescono ad adattarsi a temperature più alte con il passare del tempo».
Secondo i ricercatori, poi, l’aria condizionata non può essere la soluzione. Intanto, perché non tutti hanno la possibilità economica di accedere ai condizionatori, poi perché questi ultimi rilasciano abbondanti quantità di gas serra, che in un circolo vizioso contribuiscono a innalzare le temperature medie del pianeta.
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05/07/2023 Andrea Piccoli
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