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alla 1° pagina..) del sangue verso il cuore viene facilitato attraverso un numero di battiti cardiaci inferiore.
Lo studio, firmato da Martin Juneau e dai suoi colleghi e presentato nel corso del Canadian Cardiovascular Congress di Toronto, ha coinvolto 22 giovani in salute a cui è stato chiesto di ripetere lo stesso tipo di esercizio su una normale cyclette da camera e su una da piscina.
In entrambi i casi, ogni partecipante ha raggiunto lo stesso consumo massimo di ossigeno, il che garantisce la bontà dell'esercizio effettuato, ma secondo Mathieu Gayda, uno degli autori della ricerca, “l'esercizio durante l'immersione in acqua può essere addirittura più efficiente dal punto di vista cardiorespiratorio”.
Il dott. Juneau ha precisato che il battito cardiaco nel caso dell'hydrobike era lievemente più rallentato: “per ogni battito viene pompato più sangue, quindi non c'è bisogno di così tanti battiti cardiaci, perché la pressione dell'acqua sulle gambe e sulla parte inferiore del corpo permette al sangue di ritornare al cuore più efficientemente”.
Un beneficio evidente per chi avrebbe bisogno di allenarsi, ma fa fatica a farlo a causa di patologie come l'artrite o l'obesità che ne riducono le capacità fisiche e atletiche. L'hydrobike, in questi casi, consente di effettuare sessioni aerobiche alleggerendo il peso che grava su ossa e articolazioni.
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27/11/2019 Andrea Piccoli
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