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alla 1° pagina..) & Clinical Cancer Research, rivista del gruppo Springer Nature. “Ci siamo concentrati sulla correlazione inversa che, secondo dati statistici, vede un’associazione negativa tra i pazienti asmatici sotto terapia da lungo tempo e la frequenza del tumore al pancreas. Abbiamo così scoperto che il budesonide, un farmaco glucocorticoide già in commercio per il trattamento dell’asma, è in grado di limitare le caratteristiche più aggressive delle cellule umane di tumore del pancreas, come la capacità di proliferare, migrare e invadere altri tessuti e organi, alla base della disseminazione delle metastasi”, spiega Gabriella Minchiotti (Cnr-Igb), coordinatrice del lavoro. “In esperimenti con cellule in coltura e animali di laboratorio, abbiamo dimostrato che il budesonide arresta la crescita delle cellule del tumore pancreatico modificandone il metabolismo e interferendo in particolare con i cambiamenti necessari alla progressione tumorale”.
Oltre a essere una delle forme più frequenti di tumore al pancreas, l’adenocarcinoma duttale pancreatico (PDAC) è anche particolarmente aggressivo. Nel 2023 in Italia sono state stimate circa 14.800 nuove diagnosi, secondo i dati del rapporto “I numeri del cancro in Italia, pubblicato a cura dell’Associazione Italiana Oncologia Medica in collaborazione con l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM). Essendo un tumore spesso resistente alle terapie classiche, quali chemioterapia e radioterapia, la sopravvivenza stimata a cinque anni dalla diagnosi è inferiore al 12%. Per questa patologia, inoltre, non esistono metodi di screening efficaci: questo fa sì che, al momento della diagnosi, spesso il tumore sia già diffuso nell’organismo, rendendo difficile ogni tipo di intervento e terapia.
“I risultati ottenuti suggeriscono un possibile utilizzo del budesonide anche nella terapia preventiva, o come coadiuvante nel trattamento dell’adenocarcinoma duttale pancreatico. L’approccio in gergo medico-scientifico è chiamato “riposizionamento” poiché è utilizzato in caso di farmaci già utilizzati per determinate indicazioni terapeutiche ed efficaci nel trattamento di patologie diverse da quelle per cui erano stati approvati in origine”, aggiunge la ricercatrice Cristina D’Aniello (Cnr-Igb), coautrice corrispondente dell’articolo. “Inoltre lo studio potrebbe aprire nuove frontiere per lo sviluppo di terapie nella lotta a questo tipo di tumore, con un risparmio di tempi e costi”.
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18/07/2024 Andrea Piccoli
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