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alla 1° pagina..) della sanità, commenta: «Sono ricominciate, negli ultimi giorni, le segnalazioni di casi pediatrici di Covid, di cui non si sentiva parlare da sei mesi — ha scritto l’esperto su Twitter —: neonati con febbre alta, raffreddore, tosse e congiuntivite pruriginosa e non purulenta, quest’utima non osservata nelle precedenti ondate».
Uno studio dell’Università di Tokyo mostra la maggior contagiosità di Arturo rispetto a Kraken, precisamente 1,2 volte più contagiosa.
«Tutte le sottovarianti Omicron XBB con la sostituzione F486P si sono ampiamente diffuse in tutto il mondo — sottolineano gli esperti giapponesi —. XBB.1.16 ha un immenso potenziale di infettare le persone, in misura maggiore rispetto a XBB.1 (Hippogryph) e XBB.1.5 (Kraken)».
Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive al policlinico San Martino di Genova, mette in guardia dall’«allarmismo ingiustificato». «A leggere alcuni giornali italiani sembra che dispiaccia che la pandemia sia finita e il Covid sconfitto nella sua gravità clinica — scrive Bassetti su Twitter —. Si legge infatti: “In India la variante Arturo sta contagiando moltissimi bambini, anche i più piccoli. L’infezione colpisce gli occhi. Ben 7.830 nuovi positivi nelle ultime 24 ore”. Sapete quanti sono gli abitanti dell’India? Un miliardo e mezzo. Sarebbe come avere 300 casi nel nostro Paese. Quanti probabilmente ce ne sono ogni giorno a Milano o a Roma. Non è pericolosa per gli occhi — aggiunge l’infettivologo —. Causa una congiuntivite come quasi tutti i virus influenzali e parainfluenzali. Per noi medici è un segno molto tipico, non ci preoccupa. Arturo è una sottovariante di Omicron ed è quindi molto contagiosa ma questo virus non ha più le caratteristiche cliniche di quello visto a marzo 2020».
È d’accordo con questa analisi Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma: «è una buona notizia, perché indica il fatto che la sorveglianza delle varianti funziona. In termini di pericolosità e contagiosità, non desta timore: visto che è della stessa famiglia di Omicron. Probabilmente abbiamo già ben più di un caso in Italia, ma ciò che conta è la sintomatologia e su questo non dobbiamo preoccuparci».
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14/04/2023 Andrea Sperelli
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