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L'ingegnerizzazione del fago permette da una parte di avere un sensore che è sensibile alla luce, dall'altra consente al fago di legare i microrganismi che si vogliono attaccare.
Gli scienziati sono riusciti a far sì che il fago M13 colpisse i superbatteri multiresistenti come l'Acinetobacter baumannii o la Pseudomonas aeruginosa, oltre al bersaglio principale, l’Escherichia coli. È la luce ad attivare il fago, che cerca alcune proteine specifiche del superbatterio, procedendo a legarsi ad esso e poi a intossicarlo e ucciderlo grazie a un sistema innescato dalla fotoattivazione.
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12/09/2024 Andrea Sperelli
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