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alla 1° pagina..) una diagnosi precoce, ma anche una valutazione dei cambiamenti cognitivi nel tempo. I sopravvissuti che sperimentano difficoltà altrimenti non spiegabili con le attività cognitive della vita quotidiana devono essere instradati a un ulteriore controllo.
In presenza di un problema di cognizione, gli operatori sanitari valutano il funzionamento quotidiano della persona e offrono una guida in merito alla sicurezza domestica, al ritorno al lavoro e alla guida, e alle risorse della comunità per il supporto sociale. Fondamentale risulta una collaborazione interdisciplinare fra le varie figure: medici, logopedisti, terapisti occupazionali, neuropsicologi e infermieri.
Importanti anche la riabilitazione cognitiva comportamentale e l’attività fisica. Per evitare il peggioramento del deterioramento cognitivo è naturalmente cruciale tentare di evitare l’insorgenza di un secondo ictus, e per farlo è doveroso tenere sempre sotto controllo la pressione arteriosa.
«Saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare le migliori pratiche per lo screening cognitivo dopo un ictus. Forse la necessità più urgente, comunque, è lo sviluppo di trattamenti efficaci e culturalmente rilevanti per il deterioramento cognitivo post-ictus», concludono gli autori.
Fonte: Stroke 2023. Doi: 10.1161/STR.0000000000000430
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10/05/2023 Arturo Bandini
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