Nei soggetti dislessici è stata osservata una compromissione dell’elaborazione tipica di frequenze sonore associate ai fonemi, elementi più piccoli che formano le parole, provocando così una difettosa decodifica del linguaggio.
Una presenza di maggiore risposta alle alte frequenze sonore è una loro caratteristica che influenzerebbe negativamente la capacità di ricordare le parole giacché da questa errata elaborazione acustica deriverebbe anche una rappresentazione distorta del linguaggio a livello cerebrale. Del resto è noto da anni che l’emergere della scrittura anche nell’uomo primitivo si è ottenuta in seguito alla possibilità che l’essere umano ha avuto nella sua evoluzione di rappresentare internamente il linguaggio, visualizzandolo dentro di sé come se fosse scritto. È quindi probabile che il disturbo che è alla base della dislessia sia collegato anche a un’alterata rappresentazione ...
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