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alla 1° pagina..) vaccinando i criceti due volte con il vaccino vivo, oppure una volta con il vaccino a mRNA e una volta con il vaccino vivo, oppure ancora due volte con un vaccino a mRNA o un vaccino a base di adenovirus.
Dopo che i criceti sono stati infettati con Sars-CoV-2, i ricercatori hanno utilizzato campioni di tessuto della mucosa nasale e dei polmoni per capire la forza residua del virus nell’aggredire le cellule e l’entità della risposta infiammatoria.
Per i parametri considerati, il vaccino vivo attenuato si è dimostrato superiore agli altri vaccini. Una componente importante dell’efficacia sembrerebbe essere legata al tipo di somministrazione: il vaccino penetra infatti direttamente nel naso, aumentando l’immunità proprio nel sito di ingresso del virus.
Inoltre, il vaccino vivo conteneva tutti i componenti del virus e non solo la proteina Spike, come nel caso dei vaccini a mRna, assicurando così all’organismo un maggior ventaglio di proteine da riconoscere.
La protezione più consistente è stata garantita dalla doppia vaccinazione nasale seguita dalla combinazione di un'iniezione intramuscolo del vaccino a mRNA e dalla successiva somministrazione nasale del vaccino vivo attenuato. «Quanto abbiamo visto indica che il vaccino vivo potrebbe essere particolarmente interessante come richiamo», concludono gli autori.
Fonte: Nature Microbiology 2023. Doi: 10.1038/s41564-023-01352-8
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20/04/2023 Andrea Sperelli
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