Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di E.F. (del 19/04/2013 @ 09:28:11, in Lettera L, visto n. 2038 volte)
E' così definita una zona della parete mediale della fossa nasale situata poco al di sotto della linea di unione tra
cartilagine del setto, il vomere e la lamina perpendicolare dell'etmoide.
E' una zona particolarmente vascolarizzata e più frequentemente soggetta a sanguinamento (epistassi) proprio per la
presenza dell’anastomosi tra i rami della carotide interna e i rami della carotide esterna.
Di E.F. (del 19/04/2013 @ 09:20:11, in Lettera L, visto n. 1714 volte)
Definisce la posizione di un gene o di un'altra sequenza significativa all'interno di un cromosoma.
Un locus può essere occupato da uno qualsiasi degli alleli del gene (forme alternative).
Le cellule diploidi o poliploidi vengono definite omozigoti se presentano il medesimo allele nello stesso locus per ogni cromosoma, mentre eterozigoti se possiedono diversi alleli nei loci corrispondenti.
(al plurale loci). Termine che può indicare una regione cromosomica nella quale è collocato un determinato gene, in qualunque sua forma (allele); oppure può indicare una zona circoscritta del sistema nervoso: locus coeruleus, regione nel tronco encefalico, tra il mesencefalo e il ponte di Varolio, caratterizzata da un particolare colore azzurro scuro, è il punto di arrivo di parte delle fibre sensitive del nervo trigemino; locus niger, striscia di sostanza grigia, contenuta nel peduncolo cerebrale.
Proprietà degli organismi viventi di spostarsi nell'ambiente in cui vivono mediante movimenti attivi, resa possibile dall'apparato locomotore. Nell’uomo si usa più propriamente il termine deambulazione.
Insieme delle strutture anatomiche che provvedono alla locomozione. È costituito dallo scheletro, l'impalcatura ossea i cui elementi si connettono nelle articolazioni e sono mossi dai muscoli che rappresentano la parte attiva, mentre le ossa e le articolazioni rappresentano la parte passiva. I muscoli si collegano alle ossa mediante tendini e aponeurosi. L'apparato locomotore è messo in moto dal sistema nervoso.
Conosciuta anche come sindrome dell’uomo incatenato o sindrome da chiavistello. È stata descritta per la prima volta nel 1966 e consistente in un quadro clinico di paralisi e tetraplegia degli ultimi nervi cranici, condizione che provoca mutismo l'impossibilità di muovere i muscoli del volto. La coscienza è conservata ed esiste la possibilità di comunicare con i movimenti palpebrali o i movimenti oculari sul piano verticale. Si può avere dopo una condizione di coma caratterizzato da recupero dello stato di veglia. La sindrome è associata, nella maggior parte dei casi, ad un danno a livello del ponte, che provochi un'interruzione delle vie motorie discendenti, che vanno dai nuclei ventrali del ponte fino alle stazioni intramidollari.
Vedi locus.
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