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La malattia mani-piedi e bocca (MMPB) è una malattia virale caratterizzata da lesioni vescicolari che si localizzano, come dice il nome, ai piedi, alle mani e nella bocca.
Differenti virus possono causare tale malattia, tutti appartenenti al gruppo degli enterovirus. Di più comune riscontro è il coxsackievirus A16, seguito dai coxsackievirus A5, A9, A10, B5 e dall’enterovirus 71.
Solitamente la MMPB ha carattere isolato, tuttavia non sono rari episodi epidemici. Non vi è predilezione di razza o sesso.
La trasmissione della malattia avviene per contatto diretto con secrezioni nasali, orali o materiale fecale di persona infetta, la cui contagiosità è massima nella prima settimana di malattia.
Nei nostri climi tende a manifestarsi nella stagione temperata, specialmente tarda estate-inizio autunno.
I più colpiti sono i bambini sotto i 10 anni di età, anche se chiunque potenzialmente può essere infettato.
Il periodo che intercorre tra il contagio e la comparsa dei sintomi è in media di 3-6 giorni.
I primi segni della MMPB sono generici quali febbre (in media 38.3°C), scarso appetito, sensazione di malessere, dolori addominali. Dopo 1-2 giorni dall’inizio della febbre compare l’enantema che si localizza sulla lingua (44% dei casi), sulle gengive, sulla parte interna delle giance, sul palato. Si tratta di macule rosse che evolvono in vescicole su base rossa. Raramente però è possibile vederle poiché esse facilmente si rompono lasciando delle erosioni, dolorose al punto di causare spesso difficoltà ad alimentarsi.
L’eruzione nella cavità orale precede la comparsa delle lesioni cutanee che tipicamente si localizzano alle mani (regione palmare), ai piedi (regione plantare) ed alle natiche. Anche qui compaiono dapprima delle maculopapule rosse di 2-10 mm. che al centro si trasformano in vescicole grigiastre caratteristiche: infatti sono ellittiche con l’asse maggiore disposto parallelamente alle linee di tensione cutanea: non sono pruriginose. Nel giro di 7-10 giorni vi è la guarigione spontanea.
Occasionalmente il paziente può presentare febbre alta, intenso malessere, diarrea e artralgie; raramente si associa una meningite asettica o virale.
In caso di infezione della donna nel 1° trimestre di gravidanza vi può essere aborto spontaneo o ritardo di crescita intrauterina.
Non esiste terapia specifica per tale malattia. L’intervento medico si limita a porre sollievo alla febbre o agli eventuali dolori delle ulcerazioni in bocca.
Riassumendo:
Che cos’è?
E’ un’infezione virale.
Qual è la causa?
E’ causata comunemente dal coxsackievirus A16, appartenente agli enterovirus.
E’ contagiosa?
Si.
Come si trasmette?
Per contatto diretto con secrezioni nasali e/o orali o materiale fecale di persona infetta.
Quanto dura l’incubazione?
3-6 giorni in media.
Chi colpisce?
Chiunque, ma più frequentemente i bambini sotto i 10 anni.
Quando?
Solitamente tarda estate-inizio autunno.
Come si manifesta?
Esordisce con sintomi generici quali febbre lieve, scarso appetito, malessere, dolore addominale.
Dopo 1-2 giorni compaiono le lesioni in bocca, tipicamente erosioni dolorose. Dopo altri 1-2 giorni compaiono sulle regioni palmari e plantari ed anche alle natiche lesioni, tipiche vescicole ovali disposte parallelamente alle linee di tensione cutanea.
E’ una malattia grave?
Di solito, no.
Qual è il decorso?
Di solito si risolve spontaneamente in 7-10 giorni.
Vi sono complicazioni?
Raramente. Occorre comunque seguire il paziente durante la malattia per eventuali segni di meningite.
Com’è la prognosi?
Eccellente.
Come si cura?
Non vi è terapia specifica. Al bisogno, sintomatici per la febbre e per le erosioni in bocca.
La malattia può recidivare?
Si, se la nuova infezione è causata da un enterovirus diverso da quello che ha determinato il primo episodio.
Il bambino può continuare a frequentare la scuola?
Sì, in quanto non è contemplato l’allontanamento del bambino dalla scuola; tuttavia sarebbe bene evitare situazioni di stretto contatto con altri bambini, per ridurre la diffusione della malattia.
Infine è bene ricordare che...
...il virus può essere presente nelle feci del paziente per un mese.
...non si devono rompere le bolle (per ridurre la diffusione del virus).
... il paziente ed i familiari devono lavare frequentemente e con accuratezza le mani.
È un tumore connettivale benigno, con le caratteristiche del tessuto mucoso (o gelatinoso), spesso capsulato. Formato da cellule fusiformi o stellate che sono disperse in una sostanza gelatinosa composta principalmente di mucina. È spesso localizzato nel tessuto sottocutaneo, sottosieroso, nel connettivo sottostante le mucose; è la forma tumorale più frequente a livello cardiaco. Si sviluppa prevalentemente negli atri, con una sintomatologia a volte non specifica (dispnea da sforzo, dolori cardiaci) quando giunge a bloccare l'orifizio atrioventricolare può causare sincopi, crisi anginose e dispnoiche, fino a una grave riduzione della gittata cardiaca.
Condizione patologica in cui si ha un accumulo nel derma e nel tessuto sottocutaneo di una sostanza mucoide densa formata da mucoproteine, legato ad un’alterazione della tiroide ed in modo particolare dell’ipotiroidismo, poiché si ha il rallentato metabolismo che si ha in questa endocrinopatia, coinvolgendo primariamente le funzioni cataboliche, e quindi si ha un accumulo di sostanze che hanno un lento ricambio tra cui i mucopolisaccaridi. Questa patologia è caratterizzata da un ispessimento della cute che appare pallida, fredda, secca, mal sollevabile in pieghe e di colore tendente al giallo; l'edema determinato da questo accumulo è di consistenza duro-elastica, con mancata formazione della fovea ovvero l'impronta alla pressione digitale, si ha inoltre una cheratosi perifollicolare, la sudorazione è assente. Il viso del soggetto mixedematoso è scarsamente espressivo, ha cute ispessita e rugosa, le rime palpebrali ristrette, i capelli e le sopracciglia scarsi e una lingua ingrossata (macroglossia): è questa la cosiddetta "facies mixedematosa" del paziente ipotiroideo.
È una condizione di resistenza verso sostanze tossiche, le quali sono assunte a dosi sempre crescenti, iniziando da bassissime quantità. E' una sorta di meccanismo di difesa dell’organismo, la causa del fenomeno non è nota.
È una valvola cardiaca bicuspide cioè a due cuspidi, detta anche valvola mitrale o bicuspidale; unisce atrio e ventricolo sinistri regolando il flusso sanguigno dall'atrio al ventricolo. Le basi delle cuspidi sono collegate a un anello fibroso che le ancora all'ostio mitralico; lisce sulla superficie rivolta verso l'atrio, ricevono sui loro margini liberi e sulle facce ventricolari le inserzioni delle corde tendinee. La valvola mitrale può essere sede di processi patologici può causare gravi malattie come l'insufficienza mitralica, il prolasso mitralico, la stenosi mitralica.
Vedi Valvola mitrale
È un medicinale antitumorale, da un punto di vista strutturale è correlato alle antracicline. Sviluppato in alternativa alla doxorubicina rispetto alla quale è dotato di minor cardiotossicità, entrambe interferiscono con l'enzima topoisomerasi II, modificando la sintesi del DNA delle cellule tumorali. È mielotossico, ovvero distrugge il midollo osseo, come molti chemioterapici. Trova impiego nella cura delle leucemie acute, nei linfomi non-Hodgkin e nel carcinoma mammario.
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