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Termine che, dal greco antico, significa letteralmente morte serena. Ai nostri giorni, indica l'insieme di azioni (che costituiscono l'eutanasia attiva) o di omissioni di cura (che costituiscono l'eutanasia passiva) che causano o favoriscono la morte di una persona affetta da malattia inguaribile e sofferente in modo non alleviabile. L'eutanasia non è consentita nè dalla legge religiosa nè dai codici deontologici di ogni tempo a partire dal Giuramento di Ippocrate. In genere, è quindi perseguita dalle diverse legislazioni. Per questo l' articolo 579 del Codice Penale italiano in conformità ad altre legislazioni, considera un vero e proprio omicidio del consenziente l'applicazione dell'eutanasia su consenso esplicito e validamente espresso del malato. Dal consenso deriva una diminuzione della pena senza escludere però la responsabilita. L'eutanasia applicata senza o contro l'assenso del malato è invece considerata dal Codice Penale un omicidio premeditato e volontario.
Detto del parto svolto in modo fisiologico e senza complicazioni sia per la madre che per il feto.
Stato di buona o normale nutrizione e sviluppo che riguarda un organo o di un tessuto.
Farmaco o sostanza che migliora lo stato di salute dell'organismo. in ambito cosmetico, è un prodotto che tende a favorire il nutrimento della pelle.
Preparato che permette di eliminare le feci dall'intestino qualora, per motivi diversi, la defecazione fisiologica risulti difficoltosa. In genere si riferisce al clistere e a tutti i mezzi terapeutici che agiscono localmente e di solito in modo meccanico sulla porzione terminale dell’intestino.
Detta anche defecazione, è l'eliminazione spontanea o indotta delle feci dall'intestino. Avviene attraverso un insieme di atti fisiologici,sia volontari che involontari. Le feci, raccolte nell'intestino crasso, vengono espulse attraverso l'ano. le feci giungono al segmento finale dell'intestino attravero movimenti di peristalsi che, in seguito al completo assorbimento di quanto utile all'organismo, spingono il materiale fecale verso l'ano.
Sia nell'uomo che negli altri animali, la defecazione avviene secondo ritmi biologici periodici, ma subisce facilmente alterazioni della frequenza, con conseguente stitichezza in caso di rarefazione o interruzione delle scariche; in genere la causa è di tipo fisico-meccanica, per cui si parla di stipsi funzionale e di defecazione ostruita. La mancanza totale di defecazione genera il cosiddetto blocco intestinale, che può anche portare alla morte. Anche prima di arrivare al blocco, però, la condensazione e l'indurimento delle feci (oppure la formazione di un vero e proprio fecaloma), causate da protratta ritenzione, possono provocare gravi lacerazioni della membrana del retto durante l'espulsione.
La defecazione è volontaria solo in modo parziale. Tutti i mammiferi possiedono infatti uno sfintere anale lche ha la funzione di impedire per periodi ragionevoli il rilascio casuale delle feci (ritenzione tonica) trattenendolo nel tratto finale dell'intestino. La volontarietà adulti si limita quindi alla continenza, dal momento che l'individuo non è in grado id agire sullo stimolo,ma ne può solo ritardare (entro certi limiti) gli effetti. I meccanismi di continenza non sono invece ancora ben sviluppati nei neonati.La defecazione nell'uomo è quindi prodotta dalla peristalsi (azione vermiculare) propria del colon sigmoideo, che ha la funzione di spingere il materiale fecale verso il retto. All'ingresso di questo segmento, che si distende fino a formare la ampulla recti o ampolla rettale, avviene la stimolazione delle terminazioni sensoriali del muscolo del retto, le quali attraverso il nervo pudendo inviano il segnale di necessità di evacuazione, che causa il noto riflesso (riflesso intrinseco). Questi riflessi possono essere condizionati da fenomeni come irritazioni, infiammazioni e processi patologici, come ad esempio nella dissenteria, caratterizzata dalla ripetizione involontaria delle azioni riflesse di espulsione e da feci voluminose ed acquose.
I fattori primari che influenzano la fisiologizzazione della peristalsi sono l'assunzione di acqua e il movimento fisico. Ad influire in modo perlopiù indiretto sulla peristalsi sono invece altri fattori come ad esempio l'età, l'alimentazione e l'assunzione di liquidi.
Detta anche sventramento, è il venire meno della notevole protrusione di visceri attraverso gli strati interni e muscolari della parete addominale. Rappresenta una condizione patologica che essere la conseguenza di un rapido dimagramento o verificarsi in corrispondenza di una vasta cicatrice chirurgica: eventrazione postoperatoria o laparocele postoperatorio laddove si sia verificata suppurazione della ferita; paresi muscolare per sezione dei nervi cicatrizzazione per seconda intenzione a causa di drenaggio precoce; assorbimento del materiale di sutura. La terapia, quando possibile, è chirurgica e consiste in un intervento di chirurgia plastica addominale. Qualsiasi mezzo contenitivo esterno è soltanto palliativo.
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